La Premier ha parlato di clima d'odio pericoloso per l'incolumità personale di chi è stato democraticamente eletto dai cittadini
Giorgia Meloni ha affidato ad una nota sui social le riflessioni sugli attacchi rivolti a lei e al governo in occasione dell’anniversario della strage di Bologna, dal presidente dell’Associazione delle vittime del 2 agosto, Paolo Bolognesi che ha affermato che le radici dell’attentato sono da ricondurre alla storia del post fascismo italiano.
“Sono profondamente e personalmente colpita dagli attacchi ingiustificati e fuori misura che sono stati rivolti, in questa giornata di commemorazione, alla sottoscritta e al Governo. Sostenere che le radici di quell’attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo, o che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2, è molto grave. Ed è pericoloso, anche per l’incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa Nazione”, ha scritto la premier.
“Credo che, in questo clima di crescente odio, le parole e i gesti stiano sfuggendo di mano anche alle persone più avvedute. Mi appello a tutti perché si torni all’interno di una cornice di normale dialettica in quella che, grazie ai sacrifici di tanti, è ormai una democrazia solida e matura”.
Il presidente dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, prendendo la parola durante le celebrazioni del 44 anniversario della strage del 2 agosto 1980 ha affermato che: “I negazionisti della matrice fascista della strage di Bologna si distinguono in due sole categorie: i prezzolati cialtroni e coloro che sono completamente e colpevolmente ignoranti. Sono ormai 15 le sentenze passate in giudicato e ulteriori risultanze processuali vanno tutte nella medesima direzione: la responsabilità dei servizi segreti, della loggia massonica P2 e dei terroristi fascisti per il massacro del 2 agosto 1980. Questa verità fa ancora paura ai nostri attuali governanti, e allora si mette in campo la strategia più disperata, ma anche la più subdola e viscida: quella del silenzio. L’attuale presidente del consiglio, Giorgia Meloni, in occasione del 43esimo anniversario parlò di terrorismo, di vigliaccheria e di ferocia, ma si guardò bene dal nominare la matrice fascista. Sui processi ancora in corso per la strage di Bologna si tace: stampa e mass media sono silenti o trattano sbrigativamente la questione come un fatto locale”, da qui la replica della premier.
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