Le impressioni sul dibattito in corso del vicepresidente l'associazione "Italiani Senza Cittadinanza"

L’apertura di Forza Italia verso lo ius scholae, l’ottenimento della cittadinanza italiana dopo un ciclo di studio nel Paese, ha riaperto il dibattito sulla necessità di una riforma della legge sulla cittadinanza. Il quadro normativo, Legge 91 del 1992, prevede che i figli di genitori stranieri nati in Italia debbano attendere il 18esimo anno di età per poter chiedere l’ottenimento dello status. Chi da anni si batte per una riforma che faciliti il percorso è l’associazione “Italiani Senza Cittadinanza”. Il vicepresidente Sonny Olumati racconta a Lapresse le prime impressioni sul dibattito in corso e le possibili conseguenze sulla demografia del Paese: “Non è mai stato un tema né di destra né di sinistra. Anzi, l’avvicinamento della politica a questo tema è abbastanza imbarazzante. I politici dovrebbero semplicemente prendere atto della situazione attuale in Italia e guardare il Paese reale che è completamente diverso da quello che viene dipinto per propaganda. Lo ius scholae, anzi, una riforma ampia delle modalità con cui viene acquisita la cittadinanza nel nostro paese, potrebbe dare un po’ più di lustro alla politica facendo capire che nei palazzi del potere non ci sono solo poteri forti, come si dice spesso, ma rappresentanti del popolo”. La riforma avrebbe un impatto significativo sulla demografia scolastica del Paese, essendo nelle classi italiane sempre più presenti alunni di origine straniera. “Si parla spesso di inverno demografico. La flessione della natalità in Italia del -3,6% ha portato alla chiusura di circa mille istituti scolastici” continua Olumati. “L’unico dato positivo, messo in luce anche dalla fondazione Ismu nel 2023, è che i nuovi iscritti, 12mila, provengono soprattutto da famiglie straniere. Sono figli di migranti, di cui ricordo che più del 70% sono nati in Italia. Più di 7 alunni su 10 che chiamiamo stranieri sono nati e cresciuti in Italia. Forse l’Italia è realmente diversa da quello che raccontano certi politici, non tutti per fortuna”.

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