L'ex compagna di Silvio Berlusconi: "Cittadinanza tema che interessa tutti, no a dibattito tra tifoserie"

Che la Lega sia contraria a Forza Italia sullo ius Scholae non mi sorprende, del resto se l’esponente di punta della Lega è Vannacci è quella l’idea di italianità, di ‘italiano vero’, che ha anche Salvini. Poi da quando FI ha superato la Lega, Salvini non sa più cosa inventarsi per risalire la china e deve necessariamente trovarsi un ‘nemico’ per giocare due ruoli contemporaneamente, quello di lotta e di governo”. Così Francesca Pascale, ex compagna del leader e fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi, contattata da LaPresse.

Salvini strumentalizza ogni tema, i diritti sono di tutti non hanno bandiere di partito – sottolinea -, ma quando si passa dalla propaganda alla Politica, Salvini puntualmente annaspa. Non mi meraviglia quindi la differenza delle parti, la Lega di Salvini strumentalizza, cerca di rafforzare il suo egoistico profilo elettorale che ormai appartiene solo a se stesso, a differenza di Forza Italia che cerca di badare agli interessi di tutti con la lungimiranza lasciata in eredità dal padre fondatore Silvio Berlusconi”. 

Cittadinanza, Pascale: “Tema che interessa tutti, no a dibattito tra tifoserie”

“Ci sono due modi per affrontare il tema della cittadinanza, così come ci sono due modi per affrontare in generale il tema dei diritti civili. Il primo consiste nel politicizzare ed estremizzare il dibattito, in modo da creare due tifoserie contrapposte che urlano slogan le une verso le altre, senza però risolvere nulla. È un modo fanciullesco. Poi c’è un metodo adulto per affrontare questi temi che è quello della maturità e della responsabilità, perché sono questioni che interessano la società nella sua interezza, che riguardano tutti a prescindere dalle simpatie partitiche di ciascuno di noi” aggiunge Francesca Pascale, ex compagna del leader e fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi, contattata da LaPresse.

“Se non si crede nella capacità della scuola di formare cittadini, quindi chi pensa che un minore straniero nato in Italia, che sia stato residente legalmente e senza interruzioni in Italia, e che ha frequentato regolarmente per almeno 5 anni uno o più cicli scolastici, non sia italiano, vuol dire che giudica incapace la scuola e i professori che lo hanno formato – è il ragionamento della Pascale -. Io invece credo nell’importanza della scuola, nella qualità del personale docente e amministrativo che lavora nella scuola. Il problema non è la cittadinanza, ma la scarsità di risorse destinate all’istruzione. Noi chiediamo agli immigrati di fare i lavori che noi italiani non vogliamo più fare, chiediamo agli immigrati di oggi e di domani di pagare le pensioni degli italiani di ieri, chiediamo agli immigrati di fare figli perché noi italiani non li facciamo più e infatti la nostra popolazione sta diminuendo”.

Noi abbiamo bisogno degli immigrati, regolari e integrati nella nostra società, più di quanto questi immigrati abbiano bisogno della nostra cittadinanza. Quindi dico: se si affronta il tema in maniera razionale, non come cruciverba politico da fare sotto all’ombrellone per distrarsi, la soluzione si trova”, conclude.  

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