Sullo ius scholae “abbiamo solo espresso quella che è la nostra posizione. Non abbiamo detto che deve essere discussa oggi o domani. Non possiamo rinunciare alla nostra identità e al nostro pensiero”, ma questo “non ha nulla a che fare con inciuci o accordi con la sinistra”. Dopo una settimana di alta tensione con la Lega sulla riforma della cittadinanza, Antonio Tajani respinge l’accusa di offrire una sponda all’opposizione. Rassicura la premier Giorgia Meloni, in vista della ripresa dell’attività parlamentare e del vertice già fissato per venerdì: FI non intende logorarla, ma chiede pari dignità.
“Non c’è alcun pericolo per la maggioranza, adesso concentriamoci sulla manovra per dare risposte ai cittadini”, è il messaggio distensivo inviato dal leader di Forza Italia da Verona, dove con il cardinale Matteo Zuppi ha partecipato a un incontro con gli scout dell’Agesci. L’insistenza sullo ius scholae “non c’entra niente con la tenuta politica del governo” – sottolinea -. “Siamo partiti politici differenti, facciamo parte di una coalizione, ma teniamo fede ai nostri impegni. Non ho mai cambiato bandiera nella mia vita, figuriamoci se posso cambiarla con i capelli bianchi”. “Credo di aver dimostrato nella mia vita da che parte sto”, sottolinea il leader di Forza Italia, cui non sono sfuggiti alcuni distinguo anche all’interno del suo partito, però non retrocede dalla convinzione che sia necessario puntellare il centro della coalizione, ribadendo il concetto che occorre occupare lo spazio tra Meloni e il Pd di Elly Schlein: “Se noi abbandoniamo il centro, il centrodestra è destinato a perdere”, è il suo ragionamento.
Non risparmia però un’altra stoccata alla Lega, proprio sul suo cavallo di battaglia, per altro parlando dal Veneto, culla dell’autonomia. “Bisogna vigilare. L’ho votata, fa parte del nostro programma elettorale e deve essere bene applicata, in modo che ne traggano vantaggio tutti i cittadini”, sottolinea. “Vigilare – precisa – non significa essere contrari, ma far rispettare alcuni parametri e decisioni prese dal Parlamento: prima i Lep e poi l’applicazione, e per le materie fuori dai Lep, come il commercio internazionale, fare in modo che non si crei confusione”. La replica arriva pronta dal presidente della Lombardia Attilio Fontana: “Non è il momento di buttare la palla in tribuna ancora una volta”.
Testa ora alla manovra, “per dare risposte ai cittadini”, e per Forza Italia, elenca Tajani, le priorità saranno “continuare a tagliare il cuneo fiscale, aiutare le donne madri lavoratrici e pensare a dare una prospettiva ai giovani”. La legge di Bilancio è il più pesante dei dossier che attendono il governo e la premier al rientro. E il vertice del 30 agosto servirà a mettere dei punti fermi. Entro il 20 settembre va presentato il piano strutturale di bilancio, che definirà gli obiettivi di politica economica dei prossimi anni, quindi la Nadef, che va presentata alle Camere entro il 27 settembre. Sul tavolo dell’incontro tra i leader ci sarà poi la questione del rinnovo dei vertici Rai e l’indicazione del commissario italiano da proporre a Ursula von der Leyen, ruolo a cui sarebbe destinato Raffaele Fitto, sul quale non sembrano esserci riserve da parte degli alleati.