Il capodelegazione pentastellato al Parlamento Europeo: "Noi pacifisti filo-Kiev, inviare armi allontana la pace"

Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps e oggi presidente della sottocommissione per le Questioni fiscali e capodelegazione del Movimento Cinque Stelle al Parlamento europeo, fa il punto sul processo ‘costituente’ del Movimento avviato dal presidente Giuseppe Conte in cui si deciderà il futuro dei pentastellati. “A me piacciono il simbolo e il nome del M5S, sono temi che non toccherei. Mentre il dibattito e le polemiche, purtroppo, si sono oggettivamente concentrate sulla storia del doppio mandato, ci sono tante cose interessanti che stanno succedendo nell’assemblea costituente e nel Movimento stesso. Sono un’evoluzione sui temi anche sul posizionamento, sulla visione strategica di lungo periodo. Un’evoluzione che un movimento deve avere e che ci ha portato ad esempio oggi nel Parlamento europeo ad essere parte del gruppo The Left che probabilmente qualche anno fa era inimmaginabile; quindi c’è stata oggettivamente un’evoluzione nella storia del Movimento, ma questo non vuol dire rinnegare i propri principi e i propri valori, che rimangono fortemente ancorati anche nello Statuto stesso del Movimento”, ha detto Tridico a LaPresse. Nome, simbolo e regola del doppio mandato sono ritenuti dal fondatore e garante Beppe Grillo “pilastri non negoziabili”, ma Conte ritiene che anche essi possano essere messi in discussione. “Il doppio mandato è un argomento tra i tanti che vanno insieme ai temi, all’organizzazione, all’adesione con il territorio. I temi che oggi stanno arrivando sulla piattaforma dai territori sono veramente interessanti, tantissime proposte che noi prenderemo in considerazione – ha aggiunto -. Il doppio mandato è una regola importante, tuttavia all’interno di questa evoluzione io penso, è un’opinione personale, che si possono trovare delle deroghe alla regola del doppio mandato. Ho fatto l’esempio in un mio intervento di Roberto Fico, che potrebbe essere utilizzato per candidature non di livello parlamentare, ma inferiore: mi riferisco alla Regione, mi riferisco al Comune“, ha aggiunto. 

“Noi pacifisti filo-Kiev ma inviare armi allontana la pace”

Tridico è poi entrato nel merito della posizione del Movimento su alcuni temi di politica estera, tra cui l’Ucraina. “Sull’Ucraina la nostra posizione come Movimento è stata sempre molto coerente, anche perché identifica una visione, un approccio e un modo progressista di vedere le cose. Nel mondo progressista, la posizione pacifista non è mai stata affiancata da una posizione filo dittatoriale, come qualcuno vorrebbe oggi far credere. Oggi paradossalmente avere una posizione filo pacifista vuol dire vedersi affiancati a dittatori o guerrafondai. La nostra posizione pacifista è proprio in difesa degli interessi del popolo ucraino. Io sono fortemente filo ucraino e vedo negli interessi del popolo ucraino la ricerca della pace, di una soluzione pacifica a questa devastazione, a questa guerra, a questa aggressione che la Russia ha deciso ormai più di due anni fa di perpetuare ai danni dell’integrità territoriale dell’Ucraina”, ha detto a LaPresse. “Oggi la soluzione pacifica e negoziale sembra scarsamente ricercata e questo è quello che noi chiediamo. Abbiamo chiesto a von der Leyen di nominare un commissario per la pace, per la diplomazia. Al contrario, abbiamo visto che ha voluto un commissario per la guerra e per la difesa. Questo approccio, secondo me, allontana la soluzione pacifica. Su questo il Movimento continua a mantenere una posizione pacifista e pacifismo vuol dire non inviare le armi, perché continuare a inviare le armi vuol dire continuare a perpetuare una situazione di guerra“, aggiunge, “tra l’altro, come oggi tutti sanno, si erano avviati dei negoziati ma poi è stato suggerito in modo erroneo a Zelensky di rifiutare quei contatti di pace. Questo, secondo me, è stato fallimentare e dimostra appunto che non c’è stata una volontà nella ricerca di una soluzione diplomatica a quel conflitto”. 

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