Il potente commissario al Mercato interno accusa la presidente von der Leyen di inadeguatezza e di aver mercanteggiato la sua nomina

Colpo di scena a Bruxelles. A meno di 24 ore dalla presentazione della squadra della prossima Commissione, il potente commissario francese al Mercato interno Thierry Breton si dimette e accusa la presidente Ursula von der Leyen di inadeguatezza e di aver mercanteggiato la sua nomina. “Pochi giorni fa, nella fase finale dei negoziati sulla composizione del futuro Collegio, hai chiesto alla Francia di ritirare il mio nome, per motivi personali di cui non hai mai discusso direttamente con me, e hai offerto, come scambio (trade-off) politico, un portafoglio presumibilmente più influente per la Francia nel futuro Collegio”, scrive Breton in una lettera pubblicata su X. Poco prima aveva affidato all’ironia un post con il suo ritratto “vuoto” della prossima Commissione. “Alla luce di questi ultimi sviluppi, ulteriore testimonianza di una governance discutibile, devo concludere che non posso più esercitare le mie funzioni nel Collegio”.

Séjourné il nuovo candidato francese

Il presidente Emmanuel Macron ha subito nominato un altro candidato – stranamente non è stata presa in considerazione una donna per riequilibrare il Collegio – che sarà il ministro degli Esteri uscente ed ex capogruppo di Renew Europe Stéphane Séjourné. L’addio di Breton viene accolto con freddezza dal vertice della Commissione europea: nessun commento sulle accuse contenute nella lettera, perché l’intero processo è confidenziale, von der Leyen prende atto e accetta le dimissioni e ringrazia del lavoro svolto, riferisce la portavoce dell’Esecutivo Ue. È l’epilogo di una lunga relazione difficile tra la numero uno dell’Esecutivo Ue e il commissario dai portafogli importanti e dalla personalità ingombrante, culminato nel marzo scorso, quando a margine del Congresso del Ppe di Bucarest il commissario ci tenne a far notare su X che “von der Leyen è stata messa in minoranza dal suo stesso partito” e che “lo stesso Ppe non sembra credere nella sua candidata”. Breton nell’ambito del suo portafoglio di politica industriale si era distinto per aver regolamentato i mercati digitali e dell’AI, oltre al rilancio dell’industria della difesa. Tra i motivi di attrito ci sarebbe stata anche la definizione dei portafogli, molti dei quali, oltre alla presidenza esecutiva, sono di interesse dell’Italia.

Oggi la presentazione della nuova Commissione

Oggi, martedì, si vedrà con precisione come von der Leyen avrà deciso di distribuire gli incarichi. Nonostante il terremoto sul fronte francese e la mancata ufficializzazione della candidata slovena, bloccata da uno scontro interno al Parlamento di Lubiana, von der Leyen dovrebbe recarsi alla Conferenza dei capigruppo, presentando la sua squadra. La leader tedesca potrebbe illustrare la sua lista con una nota in cui si precisa che la nomina della candidata slovena dovrà essere finalizzata oppure una lista con il nome mancante ma il portafoglio assegnato. L’appuntamento di oggi non è un passaggio strutturato: potrebbero mancare all’appello alcune informazioni, l’importante è la lista di nomi e deleghe che verrà approvata anche dal Consiglio Ue. Solo allora inizierà il processo di verifica dei requisiti e poi le audizioni da parte del Parlamento europeo. Ieri la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola ha incontrato von der Leyen “in vista della riunione”. “Il Parlamento europeo non vede l’ora di discutere la struttura e i portafogli proposti della Commissione europea come previsto dalle nostre nuove regole – riferisce Metsola -. Inizieremo quindi il necessario processo di controllo parlamentare e audizioni. Il Parlamento è pronto”.

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