"Mobilitazione Governo un'ora dopo, Emilia Romagna ingrata", ha affermato il ministro a SkyTg24
Non si placano le polemiche tra governo e Regione Emilia-Romagna sull’utilizzo dei fondi stanziati per la prevenzione infrastrutturale, polemiche emerse a seguito dei nuovi disagi causati dal maltempo in Emilia-Romagna e Marche. “In questo momento la polemica non serve assolutamente né credo di averla alimentata, ma, da Governo nazionale, voglio tendere la mano alle strutture del territorio, alla Regione, per dire: ‘Sediamoci attorno a un tavolo, ragioniamo confrontiamoci, lo Stato non eroga solo risorse, ma verifica anche come sono state spese”. Lo ha detto il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, ai microfoni di Sky Tg24.
“La prevenzione infrastrutturale spesso non si può fare, non perché manchino risorse, non è questo il caso dell’Emilia Romagna, ieri mi sono limitato a dire che, a fronte di oltre 600 milioni erogati negli ultimi 10 anni, le infrastrutture avrebbero dovuto raggiungere un grado consistente“. Il tema non è “quanto denaro è stato speso o non speso”, ma “capire da dove e come si è intervenuti e perché si continui a essere in emergenza”, ha sottolineato Musumeci. “Se un fiume esonda tre o quattro volte nonostante gli interventi fatti, vuol dire che l’intervento non è stato fatto bene – ha aggiunto – bisogna andare a monte”.
Musumeci: “Mobilitazione Governo un’ora dopo, Emilia Romagna ingrata”
“È una inutile polemica, capisco che ci siano le elezioni e capita a destra e a sinistra di cogliere le occasioni, ma farlo con il Governo nazionale che ha dichiarato mobilitazione un’ora dopo e di essere pronto a dichiarare anche l’emergenza nazionale, mi sembra una ingratitudine da parte della Regione“, ha puntualizzato inoltre Musumeci.
“Perché ogni volta che piove, c’è una alluvione sempre nella stessa zona? In 10 anni la Regione ha avuto 600 milioni per mettere in sicurezza il territorio – ha affermato – Se ogni volta che piove arriva il finimondo, qualcosa non torna“. “L’errore è che continuiamo a parlare del 2023 e per questo lasciamo il territorio scoperto e vulnerabile – ha sottolineato – cerchiamo di fare distinzione tra infrastrutturazione e manutenzione straordinaria e quella ordinaria – ha aggiunto – Le infrastrutturazioni legate all’alluvione del 2023 hanno visto la nomina di un commissario”. La realizzazione delle “casse di espansione non sono un compito del generale Figliuolo”.
Musumeci: “Cambio passo con ddl che riveda procedure e tempi”
“L’Italia non è fatta per la prevenzione. Noi italiani siamo fatalisti, disincantati: ci commuoviamo di fronte a ogni tragedia, poi, dopo 25 ore, si apre il cantiere della rimozione della memoria. Ora c’è bisogno di un cambio di passo da parte delle Regioni e degli Enti locali. Lancio un appello alla collaborazione da parte del Governo nazionale e anche mio personale”, ha spiegato Musumeci. “Di commissari come quello per il ponte Morandi ne servirebbero 400, il problema esiste in tutte le Regioni – ha affermato – Il punto è che serve una nuova norma, che è quella di cui parlavo con il ddl ricostruzione che ristabilisce tempi, responsabilità e un processo di alleggerimento rispetto al peso burocratico delle procedure perché a volte ci sono autorizzazioni che richiedono tempi estenuanti”. “Il ddl in questione è già stato licenziato all’unanimità dalla Commissione competente con il voto unanime”, ha sottolineato.
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