Il Vicepremier commenta la richiesta di condanna a 6 anni fatta dai Pm di Palermo e il risarcimento da un milione di euro chiesto dalle parti civili
“Non ho paura, sono orgoglioso di quello che ho fatto. Sarebbe un segnale incredibile una condanna per un ministro che ha mantenuto la parola data, ha bloccato gli sbarchi dei clandestini, ha salvato vite, ha espulso degli irregolari, ha evitato dei reati. In caso di condanna saremo l’unico Paese al mondo dove difendere i confini sarebbe riconosciuto come un reato”. Così il Vicepremier e ministro delle infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, commenta la richiesta di condanna a 6 anni fatta dai Pm di Palermo e risarcimento da un milione di euro chiesto dalle parti civili nel processo Open Arms a margine della raccolta firme in sua solidarietà, al mercato di via Osoppo a Milano. “Mi metto nei panni di un trafficante di uomini, che legge che in Italia un ministro che ha fatto quello che ha promesso di fare, ovvero sia ha ridotto gli sbarchi, ha salvato vite, non solo va a processo, rischia la galera, ma deve pure pagare di tasca sua per avere turbato persone che in diversi casi dopo essere sbarcati sono finiti in galera. Perché ripeto non sbarcano frati, suore o boy scout. Sbarcano persone che poi purtroppo in diversi casi compiono delitti a Milano, a Roma, a Torino, a Palermo”, ha proseguito Salvini. “Quindi più sbarchi, più morti, più reati, più delitti. Ora io non pretendo una medaglia, ma manco il carcere e un milione di euro di risarcimento danni. Detto questo ribadisco, non patteggio, non cambio nulla e dovessi domani tornare a fare il ministro dell’interno rifarei esattamente le stesse cose”, ha concluso.
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