Cittadinanza, raccolte 500mila firme: raggiunto quorum per referendum

Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi: "Risposta a Parlamento senza coraggio"

“Quando il Parlamento non trova il coraggio di cambiare leggi ingiuste, lo fanno i cittadini”. Riccardo Magi esulta per le 500mila firme raccolte in appena 18 giorni a supporto della convocazione del referendum di modifica della legge di cittadinanza. “In pochissimi credevano che fosse possibile una mobilitazione del genere”, sottolinea il segretario di Più Europa, che stigmatizza i disservizi del sistema per le sottoscrizioni online: “È oggettivamente uno scandalo – attacca – che un governo realizzi una piattaforma in un paese in cui ci sono 50 milioni di aventi diritto, e quindi di aventi diritto al voto e alla firma, che va in palla per qualche decina di migliaia di persone che decidono di firmare. Quindi chiediamo di rafforzarla, ma chiediamo ai cittadini di continuare a firmare. Noi raccoglieremo le firme fino all’ultimo giorno utile per dare ancora maggiore forza”.

Nonostante i problemi tecnici, solo ieri il sistema “ha raccolto oltre 155.000 sottoscrizioni – fa sapere il ministero della Giustizia, responsabile della piattaforma – relative a tutti i quesiti referendari attualmente inseriti”. Alla soddisfazione per l’obiettivo raggiunto si unisce il Pd, con la segretaria Elly Schlein che invita ad andare avanti: “Ora non fermiamoci, continuiamo a firmare per aumentare il sostegno al referendum e anche per la legge di iniziativa popolare per il salario minimo!”. Per Nicola Fraoianni, di Avs, “l’Italia è più avanti di chi la governa” e l’appoggio al referendum arriva anche da tanti amministratori locali, come il sindaco di Napoli, Gaetano Mafredi, che dopo aver annunciato il proprio sostegno all’iniziativa, saluta il raggiungimento dell’obiettivo come “un passo importante per un’Italia sempre più inclusiva e che guarda al futuro”.

Il quesito referendario punta a modificare l’articolo 9 della legge 91 del 1992 per ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale ininterrotta in Italia, richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza. “In Italia la legge era già così dal 1865 al 1992 – specificano i promotori – quando la legge n.91 ha introdotto una irragionevole penalizzazione dei cittadini extra Ue”. Se il testo otterrà il via libera dalla Corte costituzionale, il referendum verrà votato nella primavera del 2025.

Intanto sul tema restano distanze e divisioni profonde, soprattutto nella maggioranza, con Forza Italia al lavoro per modificare la norma in chiave ius scholae, e Lega e FdI che frenano. Giovedì è in programma la riunione dei gruppi parlamentari azzurri per mettere a punto la proposta di legge del partito sulla riforma che prevede oltre allo ius scholae, una revisione dell’accesso allo ius sanguinis. Quando il testo sarà pronto, fa sapere FI, verrà sottoposto agli alleati del centrodestra. E il confronto potrebbe essere tutt’altro che semplice.