La premier a margine della 79a Assemblea generale delle Nazioni Unite: "Preoccupa la crisi in Libano, lavoriamo per de escalation"

Le crisi globali, l’Ucraina, il Medioriente, il rapporto col Sud del mondo, l’Intelligenza Artificiale, la riforma della governance dell’Onu. Il discorso di Giorgia Meloni all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il secondo da quando è premier, ha toccato i temi che erano stati anticipati alla vigilia e che, in parte, erano già stati toccati nei suoi interventi della vigilia. “È un’epoca molto complessa quella nella quale viviamo, e il carattere comune delle sfide del nostro tempo ci impone di ragionare in un modo completamente nuovo”, l’invito iniziale della premier.”La ferita inferta al sistema internazionale fondato sulle regole dalla guerra d’aggressione russa all’Ucraina sta avendo effetti destabilizzanti, molto oltre i confini nella quale si consuma, e come un domino sta contribuendo a riaccendere, o far detonare, altri focolai di crisi”, è stato il monito di Meloni all’Assemblea, dopo che nel pomeriggio aveva assicurato, parlando con i giornalisti, che la posizione italiana sul sostegno a Kiev “non cambia”.

La crisi in Medioriente

Sulla crisi in Medioriente, pur riconoscendo a Israele il diritto di difendersi da “da attacchi esterni, come quello orribile del 7 ottobre scorso”, la premier ha sottolineato che “allo stesso tempo chiediamo ad Israele di rispettare il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile, anch’essa vittima in gran parte di Hamas e delle sue scelte distruttive”. Oggi, ha detto Meloni, “l’imperativo è raggiungere, senza ulteriori ritardi, un cessate il fuoco a Gaza e l’immediato rilascio degli ostaggi israeliani. Non possiamo più assistere a tragedie come quelle di questi giorni nel Sud e nell’Est del Libano, con il coinvolgimento di civili inermi, tra cui numerosi bambini”.

Il piano Mattei e i rapporti con l’Africa

La premier ha rivendicato che con il Piano Mattei l’Italia ha impresso “una svolta” ai propri rapporti con l’Africa. “Il nostro intento – ha detto – non è imporre, ma condividere” e “il nostro obiettivo, di fronte di decine di migliaia di persone che affrontano viaggi disperati per entrare illegalmente in Europa, è garantire prima di tutto il loro diritto a non dover emigrare, a non dover recidere le proprie radici semplicemente perché non hanno altra scelta”. Sul fronte dell’immigrazione illegale, Meloni ha detto che contro i trafficanti di esseri umani “bisogna fare di più, le Nazioni Unite devono fare di più, perché queste organizzazioni criminali stanno riproponendo, sotto altre forme, una schiavitù, intesa come mercificazione dell’essere umano”. Sconfiggere gli schiavisti del Terzo millennio “è possibile e possiamo farlo se uniamo le forze, con una maggiore cooperazione e iniziative congiunte tra le nostre Forze di polizia, i servizi di intelligence e le autorità giudiziarie”. E, ha aggiunto rivendicando una strategia lanciata dall’Italia, “adottando la formula ‘follow the money’. Una intuizione di due grandi giudici italiani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che è diventata un modello, anche a livello internazionale, per contrastare le organizzazioni criminali”. Altra grande sfida è quella rappresentata dall’avvento dell’intelligenza artificiale generativa che “pone interrogativi del tutto inediti”.

L’Intelligenza Artificale

Per la premier, l’IA “disegna un mondo nel quale il progresso non ottimizza più le competenze umane, ma può sostituirle, con conseguenze che rischiano di essere drammatiche soprattutto nel mercato del lavoro, verticalizzando e concentrando sempre di più la ricchezza”. Non a caso, ha aggiunto, “l’Italia ha voluto che questo tema fosse al centro dell’agenda della sua presidenza del G7”.Poi, il passaggio dedicato al Venezuela. “La comunità internazionale non può rimanere a guardare mentre, a distanza di quasi due mesi dalle elezioni del 28 luglio scorso, ancora non è stato riconosciuto il risultato elettorale”, ha detto Meloni, ricordando che “nel frattempo si è consumata una brutale repressione, la morte di decine di manifestanti, l’arresto arbitrario di migliaia di oppositori politici, l’incriminazione e l’esilio del candidato presidente dell’opposizione democratica”. Per questo, “è nostro dovere alzare la voce”.

Prime Minister of Italy Giorgia Meloni addresses the 79th session of the United Nations General Assembly, Tuesday, Sept. 24, 2024. (AP Photo/Pamela Smith)

La riforma della governance dell’Onu

Infine, il tema della riforma della governance dell’Onu, toccato anche in molti interventi dei capi di Stato e di governo che hanno preso la parola davanti all’Assemblea Generale. “L’Italia è convinta che qualunque revisione dell’architettura di funzionamento delle Nazioni Unite, a partire dal Consiglio di Sicurezza, non possa prescindere dai principi di eguaglianza, democraticità e rappresentatività”, ha detto la premier. “Sarebbe un errore creare nuove gerarchie, con nuovi seggi permanenti – ha proseguito – Siamo aperti a discutere la riforma senza alcun pregiudizio, ma vogliamo una riforma che serva a rappresentare meglio tutti, non a rappresentare meglio alcuni”. Infine, l’appello della premier: “Nella tempesta, possiamo dimostrare di essere all’altezza del compito che la storia ci ha dato. Dimostrarlo ai cittadini che governiamo, dimostrarlo ai nostri figli. Dimostrarlo a noi stessi, forse soprattutto a noi stessi, perché come diceva un grande patriota italiano, Carlo Pisacane, protagonista di quel Risorgimento che fece dell’Italia una Nazione unita, ‘ogni ricompensa la troverò nel fondo della mia coscienza’”. Per questo, ha incalzato Meloni, “affrontare i problemi piuttosto che rinviarli, avanzare piuttosto che indietreggiare, preferire ciò che è giusto a ciò che è utile, questo è il nostro compito, difficile ma necessario.L’Italia, come sempre, è pronta a fare la sua parte”. 

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