Il senatore del Carroccio su X: "Se si mette la firma digitale allora anche uno che vuol abolire il cappuccino se ha abbastanza followers si può svegliare e con quattro click ci arriva"
Claudio Borghi contro la raccolta di firme online per il referendum. “Non ci vuole un genio per capire che se la Costituzione prevedeva 500mila firme per i referendum è perché pensava ad una soglia alta per evitare consultazioni inutili. Solo questioni potenzialmente maggioritarie dovevano meritare un referendum nazionale. Se si mette la firma digitale allora anche uno che vuol abolire il cappuccino se ha abbastanza followers si può svegliare e con quattro click ci arriva”, ha detto su X il senatore leghista. “O si alza il numero delle firme (ma allora si deve cambiare la Costituzione) o si cancella la raccolta firme con un click. Credo sia meglio questa seconda ipotesi. Depositerò la proposta di legge in proposito e credo che la maggioranza dovrebbe prenderla in attenta considerazione”.
Non ci vuole un genio per capire che se la Costituzione prevedeva 500mila firme per i referendum è perché pensava ad una soglia alta per evitare consultazioni inutili. Solo questioni potenzialmente maggioritarie dovevano meritare un referendum nazionale. Se si mette la firma…
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) September 26, 2024
Balboni (FdI): “Sì firme online ma aumentare numero in Costituzione”
Non intervenire sulla modalità di raccolta, ma modificare la Costituzione aumentando il numero di firme necessarie per indire un referendum – da 500mila ad almeno un milione – in modo da “rispettare lo spirito dei costituenti”. È di questo avviso il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato e senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni. “Quando i costituenti decisero sulle 500mila firme” per i referendum “lo fecero per la difficoltà che si registrava all’epoca di raccogliere e autenticare le firme. Oggi è cambiata la modalità di raccolta e può autenticare anche un avvocato, un giudice di pace, un consigliere comunale, mentre quando venne introdotta la norma in costituzione potevano farlo notai e segretari comunali. Quindi la raccolta è molto più facile: è un dato fattuale e non un giudizio di valore – sottolinea Balboni, rispondendo a LaPresse dopo la proposta del senatore della Lega Claudio Borghi di cancellare le firme online.-. Ci sarebbe allora da chiedersi: le 500mila firma del ’48 oggi a cosa equivalgono?”.
“C’è chi dice che il costituente non voleva che fosse così facile proporre un referendum, ma che dovesse coinvolgere una buona fetta dell’opinione pubblica, mentre oggi con la raccolta così semplice è possibile sottoporre a referendum anche questioni minori”. Come si risolve? “A me sembra più logico innalzare il numero di firme in Costituzione. Non si può ignorare che il mondo è cambiato. È più facile raccogliere le firme? “Allora – osserva Balboni – per rispettare lo spirito dei costituenti, dalle 500mila bisogna andare a un milione, mentre intervenire sulla modalità di raccolta o riducendo il numero dei soggetti autenticatori mi sembra come negare il progresso”.
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