Per l'Associazione Nazionale Consumatori il rincaro produrrebbe un maggior esborso di 261 euro l'anno per chi ha un'auto

La preoccupazione degli autotrasportatori per la previsione, all’interno del Piano strutturale di bilancio presentato dal governo, di un “allineamento” delle accise sul gasolio e sulla benzina, che potrebbe portare l’imposta sul diesel dagli attuali 61,47 cent a 72,84 centesimi al litro. “Per il settore dell’autotrasporto, lo stop allo sconto sulle accise del gasolio si traduce in una stangata da oltre 350 milioni di euro l’anno“, commenta Claudio Donati, segretario generale di Assotir. “Sarebbe un salasso ingiustificato, del tutto iniquo. Ma oltretutto non possiamo fare a meno di ricordare che alla vigilia elettorale le forze dell’attuale maggioranza avevano addirittura promesso di ridurre il costo delle accise”, prosegue Donati. “Forse anche questo governo è pronto a cedere alle folgorazioni ambientaliste, quando tornano utili a fare cassa. Per questo diventa ancora più urgente riprendere il confronto con il Ministro Salvini, sia in quanto Ministro dei Trasporti, sia in quanto Vicepremier”, commenta ancora il segretario generale di Assotir. “Questa ipotesi – aggiunge Anna Vita Manigrasso, Presidente Nazionale di Assotir, – conferma che l’Autotrasporto viene considerato come un settore da spremere ogni volta che se ne presenta l’esigenza. È una triste coincidenza il fatto che moltissimi addetti del settore, in queste settimane, stiano ricevendo gli ordini di pagamento del contributo all’ART (l’Autorità di Regolazione dei Trasporti) relativo al 2024, nonostante l’autotrasporto sia stato escluso da tale obbligo, con un’apposita norma approvata lo scorso anno”. L’Associazione annuncia subito che è pronta a dare battaglia all’aumento sconsiderato delle accise sul gasolio. Ma sottolinea anche che l’aumento delle accise non deve diventare un diversivo. Una volta ottenuto il dietro-front del governo, sarà necessario risolvere tutta una serie di problemi che da tempo affliggono il settore dell’Autotrasporto. “Dobbiamo evitare trappole diversive – prosegue Manigrasso. – L’emergenza di turno (la pandemia, la recessione economica, o il caro-gasolio che sia), non deve impedire di affrontare la questione delle regole nuove necessarie per dare un futuro al settore. La priorità in particolare è la subvezione, ovvero quel fenomeno di intermediazione parassitaria che oggi fa prosperare tante società di ‘Trasportatori senza camion'” conclude la Presidente di Assotir.

Anche associazioni consumatori contro l’aumento

Anche le associazioni dei consumatori si sono esposte contro l’aumento delle accise. L’Unione Nazionale Consumatori, per mezzo del presidente Massimiliano Dona, chiede chiarimenti all’esecutivo: “Sfugge cosa intende fare il Governo quando nel Piano strutturale di bilancio parla di allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina. L’auspicio è che abbassi quella della benzina portandola al livello del gasolio e non certo viceversa”, afferma Dona. “Altrimenti sarebbe un bel guaio! Si tratterebbe, infatti, di una stangata da 162,50 euro all’anno per gli automobilisti che hanno un’auto diesel e una rovina per le conseguenze sull’inflazione, atteso che il costo di trasporto di qualunque prodotto viene poi traslato sui consumatori finali” conclude Dona. Secondo lo studio dell’associazione di consumatori, se l’accisa del gasolio salisse da 61,74 cent a 72,84 cent al litro, ossia pari a quella della benzina, il prezzo del diesel, considerando anche l’Iva, salirebbe di quasi 14 cent al litro, con un rincaro pari a 6 euro e 77 cent per un pieno da 50 litri. “Una stangata su base annua, considerando due rifornimenti al mese, pari a 162 euro e 50 cent”, prosegue. Per Assoutenti, invece, “Oggi, su ogni litro di gasolio acquistato dagli automobilisti italiani, il 56,1%, pari a 0,91 euro al litro ai prezzi attuali, se ne va in tasse a titolo di Iva e accise. Situazione anche peggiore per la benzina, dove la tassazione pesa per il 59,8%, pari a 1,04 euro per ogni litro di verde”. Il presidente Gabriele Melluso spiega che “solo nel 2023 gli italiani hanno pagato un totale di 38 miliardi di euro a causa della tassazione (iva e accise) che grava sui carburanti venduti in Italia. Oggi l’accisa sulla benzina è pari a 0,728 euro al litro, quella sul gasolio a 0,617 euro/litro: un eventuale allineamento delle accise sul gasolio al livello di quelle in vigore sulla benzina, farebbe aumentare il prezzo ai distributori ed equivarrebbe ad un maggior esborso pari a 5,5 euro a pieno, determinando una stangata totale sugli automobilisti da 3,1 miliardi di euro all’anno, qualora i consumi di diesel si mantenessero ai livelli del 2023″. E conclude: “Ribadiamo ancora una volta come, al netto delle speculazioni sui prezzi ai distributori che si registrano in alcuni periodo dell’anno, il governo debba intervenire sul fronte della tassazione sui carburanti applicando accise mobili in grado di compensare gli aumenti dei prezzi industriali attraverso una proporzionale riduzione del peso fiscale“.

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