Manovra, Orsini vede Giorgetti: disponibili a revisione tax expenditure

Il presidente di Confindustria ha definito "fondamentale" l'incontro con il ministro dell'Economia

“Fondamentale”. Così il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, definisce l’incontro avuto in mattinata con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. All’indomani dell’avviso del titolare del dicastero – che aveva scosso i mercati – di una legge di bilancio “che chiederà sacrifici a tutti”, il numero uno di viale dell’Astronomia lancia un segnale di apertura. “Siamo disposti a ripensare a parti delle tax expenditure”, fa sapere dal palco dell’Assemblea generale dell’Associazione Bari e Bat, ricordando che “oggi sono 120 miliardi e noi abbiamo la necessità di trovare 10 miliardi all’interno delle fiscal expenditures per fare in modo di rendere strutturare gli investimenti per l’impresa”. Investimenti “centrali” per l’industria italiana: “Abbiamo parlato di legge di bilancio, di Piano strutturale di bilancio e parlando di quest’ultimo abbiamo parlato della necessità degli investimenti post Pnrr, post 2026. Il ministro ha condiviso con noi che la via per incrementare la produttività del Paese e il sostegno al welfare è fare investimenti nell’industria che ha necessità di crescere. Sono molto soddisfatto”, ribadisce. Nella manovra, il cuneo fiscale è “un’esigenza di tutti per dare capacità di spesa ai ragazzi e alle ragazze che lavorano all’interno delle nostre imprese“.

Energia, Orsini: “Chiesta la possibilità di finanziare le sperimentazioni sul nucleare nella legge di bilancio”

Altro tema centrale è quello dell’energia per cui “abbiamo chiesto che venga messa nella legge di bilancio la possibilità di finanziare le sperimentazioni sul nucleare nel nostro Paese, perché quella è la via”. Nel Piano strutturale di bilancio poi va inserito il tema della demografia, come più volte sollecitato da Giorgetti: “Nel nostro Paese ci sono 700mila persone che vanno in pensione all’anno e 500mila neonati”, “noi abbiamo un gap tra domanda e offerta all’anno che oggi costa circa 40 miliardi all’industria. Quindi è una cosa semplice, noi dobbiamo essere attrattivi per le persone, per i lavoratori esteri che vengono verso l’Italia perché è un’esigenza”. A proposito del Piano di ripresa e resilienza, serve “un bagno di umiltà”. Resta necessario che “il Pnrr vada a terra il prima possibile. Sappiamo che su 46 miliardi ne sono stati messi a terra 9 miliardi e quindi bisogna correre a metterli a terra” ma “anche cominciare a pensare a una proroga”. E rimarca: “Non vuol dire che noi non vogliamo correre per arrivare a fine 2026 però ci sono alcune lavorazioni che stiamo vedendo, come quella del ferroviario, che si farà fatica a fare”. Sull’industria dell’auto, Orsini, si augura “che ci sarà un futuro” per quella italiana anche se al momento l’obiettivo del milione di veicoli prodotti – pattuito da Stellantis con il governo – sembra essere lontano: “Siamo indietro – dice – Credo che non ci si arriverà”.