Inps si costituisce parte civile nel procedimento per truffa aggravata

La società fondata dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè, Visibilia Editore spa, ha chiesto di patteggiare una sanzione da 23mila e l’intera restituzione delle cifre contestate dall’Inps nell’udienza preliminare del procedimento per truffa aggravata ai danni dell’ente previdenziale per 126mila euro di cassa integrazione Covid, incassati fra 2020-22 per 13 dipendenti delle società di Santanchè, mentre i lavoratori avrebbero “continuato a svolgere le proprie mansioni secondo i contratti in corso” e in “smart working per conto delle società”. I pm di Milano Luigi Luzi e Maria Gravina, che contestano i reati alla ministra, il compagno Dimitri Kunz, l’ex collaboratore Paolo Concordia e le società Visibilia Editore, in amministrazione giudiziaria e guidata dal commissario Maurizio Irrera, e Visibilia Concessionaria, hanno dato parere favorevole al patteggiamento. La gup di Milano, Tiziana Gueli, ha rinviato al 23 ottobre per decidere anche sulla richiesta del difensore di Santanchè, Nicolò Pelanda, di trasferire il processo a Roma per una questione di competenza territoriale e di riqualificare il reato da truffa aggravata a indebita percezione di erogazioni pubbliche. Nel frattempo è stata ammessa la costituzione di parte civile dell’Inps, rappresentato in aula dall’avvocato Aldo Tagliente, coordinatore del Settore penale e antifrode dell’Istituto nazionale di previdenza sociale. Nella propria richiesta di costituzione l’Inps chiede la restituzione dell’intero danno patrimoniale e non patrimoniale, quest’ultimo non quantificato. Secondo il capo d’imputazione il “danno per l’Inps” sfruttando la “percezione indebita” di 126.468,60 euro per 20.117 ore di cassa integrazione Covid sarebbe stato di 36.655,29 euro a vantaggio della Editore spa, quotata in borsa con titolo attualmente sospeso, e di 89.812,92 euro a vantaggio della Concessionaria srl.

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