Il leader di Azione sui raid sulla base Unifil: "Non si può pensare di sparare sulle Nazioni Unite"
“Bisogna che qualcuno fermi Israele, perché non si può pensare di sparare sulle Nazioni Unite. È una perdita di controllo completa, non si capisce quale sia la strategia. Qual è? Che non ci siano testimoni? Non è accettabile dopo lo scempio di Gaza. Io sono stato messo nella lista dei sionisti, ho difeso Israele, ero l’unico leader il 7 ottobre in sinagoga. Perché era giusto esserci per le vittime. Ma di quello che sta facendo Israele non solo non condivido niente, ma credo che vada urgentemente fermato dalla comunità internazionale”. Così il leader di Azione Carlo Calenda, rispondendo alle domande dei cronisti all’esterno di Montecitorio, in merito ai raid dell’esercito israeliano che hanno colpito la base della missione Onu in Libano, Unifil.
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