Tajani: "Una roba da Unione Sovietica". Domani sul tavolo del Cdm il Documento programmatico di bilancio
Un Consiglio dei ministri martedì sera per dare il via libera al Documento programmatico di bilancio, da inviare subito dopo a Bruxelles; poi un’altra riunione ancora da fissare a palazzo Chigi, ma che secondo rumor potrebbe tenersi lunedì 21 ottobre, per approvare il disegno di legge di bilancio da trasmettere a stretto giro al Parlamento, per avviare così l’iter normativo che porterà, entro il 31 dicembre, all’approvazione del testo definitivo. Va delineandosi il timing della Manovra, che nei giorni scorsi era stato anticipato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il titolare del Mef, intervenendo a un evento di FdI a Milano, aveva spiegato che “il 15 ottobre il governo invierà alla Commissione europea il Dpb con i numeri e quindi il Consiglio dei ministri sicuramente approverà questo. Poi il 20 ottobre potremo presentare la legge di bilancio alla Camera dei deputati”.
Scontro Lega e Forza Italia su extraprofitti banche
Lo scorso anno Dpb, dl fiscale e legge di bilancio furono approvati contestualmente dal governo nella riunione del Consiglio dei ministri del 16 ottobre, con la finanziaria che fu poi trasmessa alle Camere solo a fine mese. In attesa di capire quando effettivamente avrà inizio la sessione di bilancio, nella maggioranza continuano a registrarsi tensioni attorno al discorso legato alle risorse necessarie a completare le coperture di una Manovra che dovrebbe aggirarsi intorno ai 24 miliardi. Così, mentre sui canali social di FdI viene ribadito “una volta in più” che “l’aumento delle tasse non fa parte della cultura politica di questo governo”, Lega e Forza Italia tornano a scontrarsi sul tema degli extraprofitti delle banche. Per il vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa, “negli ultimi due anni, a causa dell’ingiustificato e folle rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce, i primi sette istituti di credito italiani hanno quasi raddoppiato gli utili: +93%”.”È quindi giusto ed equo – sottolinea ad Affaritaliani.it – che siano loro, ora, a contribuire per redistribuire la ricchezza e favorire non solo le classi meno agiate del Paese, ma anche la crescita economica”. A stoppare il ragionamento è il segretario di FI, Antonio Tajani, contrario all’idea di tassare gli extraprofitti “perché è una roba da Unione Sovietica”. Per il vicepremier “non possiamo pensare di fare la guerra alle banche”, che tuttavia “devono dare un contributo, concordando col governo, e dire come possono aiutare. Non deve essere per forza una tassa, può anche essere una scelta di favorire per esempio la possibilità di garantire più liquidità”. Di certo, mette in chiaro Tajani parlando al termine della Conferenza nazionale degli Enti locali di FI a Perugia, “la Manovra non c’è uno che la scrive e gli altri che la approvano. La dobbiamo scrivere tutti quanti inseme, la approviamo tutti quanti assieme in Consiglio dei ministri, e poi tutti quanti assieme la approveremo in Parlamento”.
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