La replica della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Senato dopo gli interventi delle opposizioni in seguito alle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì. In seguito alle sue parole, l’Aula ha approvato, con 104 sì, 65 no e 2 astenuti, la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni della premier. Sono state perciò precluse o assorbite le risoluzioni presentate dalle opposizioni.
In tema di Medioriente, ha esordito Meloni, “tutti siamo d’accordo sulla pace, è il lavoro sul quale ci spendiamo ogni giorno, sul quale si spende la sottoscritta, i ministri, e significa, e l’ho detto in seno al Consiglio europeo, che si deve ragionare già concretamente di cosa debba accadere a Gaza dopo il cessate il fuoco. Ma non è facile. Qui siamo d’accordo tutti sulla soluzione dei due popoli due Stati. Siamo anche d’accordo sull’importanza della missione Unifil, anche per rafforzare la capacità delle forze armate libanesi di tenere in sicurezza il loro territorio. Così si costruisce la pace“.
Per quanto invece riguarda l’Ucraina, “non possiamo voltarci dall’altra parte, perché ci troveremmo in un mondo più caotico, e il lavoro che l’Italia sta facendo è nell’interesse della comunità internazionale. Sulla pace siamo tutti d’accordo, ma noi parliamo sempre di pace giusta”, ha detto la leader di Palazzo Chigi.
“Si deve mettere Kiev in condizione di arrivare a un tavolo delle trattative non in condizione di inferiorità. Per questo ha bisogno del nostro sostegno, per non far passare il messaggio che la forza militare vale più del diritto internazionale“, ha proseguito Meloni.
Poi i temi propriamente europei, a partire da quello economico. “Credo che una cosa sia il nazionalismo economico, un’altra è riconoscere specificità nelle varie economie nazionali, che è un pezzo della ricchezza dell’economia europea. Noi dobbiamo da un lato lavorare per accrescere la competitività europea, dall’altra però quando abbiamo denunciato l’iper regolamentazione lo abbiamo fatto per questo, perché l’iper regolamentazione rischia di indebolire l’economia“, ha detto Meloni.
“L’iper regolamentazione spesso ha mortificato interi settori produttivi. Noi dobbiamo applicare il principio della sussidiarietà. Ci sono alcuni temi, come la politica estera, su cui i singoli Paesi non sono competitivi. Noi abbiamo risposte per tutto quello che riguarda la vita quotidiana dei cittadini, ma non abbiamo una regolamentazione sui temi importanti, politica estera, di difesa, mercato interno. Il tema è dove serve più Europa e dove meno Europa: serve più Europa sulle grandi materie e meno dove gli Stati possono dare risposte migliori ai cittadini”, ha proseguito la presidente del Consiglio.
Poi un nuovo appello alle opposizioni per convergere sul nome di Raffaele Fitto alla Commissione europea. “Credo che dobbiate farvi sentire dal gruppo dei socialisti, perché credo che” su Fitto “il gruppo dei socialisti difficilmente possa votare in modo diverso da quello che chiede il gruppo italiano, che è anche la delegazione più numerosa. Per cui mi aspetto, se è vero quello che avete detto in quest’Aula, che nelle prossime ore cambi la posizione dei socialisti, perché non stiamo parlando del commissario del centrodestra, ma del commissario italiano, per cui io mi aspetto che la posizione del Pse nelle prossime ore muti completamente rispetto al fatto che l’Italia debba avere una vicepresidenza esecutiva“, ha affermato.
Poi ancora il Medioriente, dove, ha detto Meloni, “la situazione è molto complessa, il conflitto mi preoccupa sul serio. Ma non si deve ragionare d’istinto“.
“Quando il 7 ottobre abbiamo visto quella ferocia, abbiamo compreso che la strategia del fondamentalismo islamico era isolare Israele, costringendolo a una reazione dura, isolarlo nelle opinioni pubbliche occidentali, ed è quello che sta accadendo. Ma perché avevano questa strategia? Perché isolare Israele è l’unico modo per cancellarla“, ha proseguito la premier.
“Considero l’Italia un’amica di Israele e per questo credo che si debba avere il coraggio di dire quando le cose non funzionano, come fanno gli amici. Comprendo le ragioni di Israele che ha bisogno di impedire che quanto accaduto lo scorso 7 ottobre possa ripetersi, ma questo non significa che io sia d’accordo con tutte le scelte di Israele”, ha ancora detto la leader di Palazzo Chigi.
“Penso che l’Unione europea possa e debba giocare un ruolo e che si debba ragionare già concretamente di cosa dovrebbe accadere a Gaza all’indomani del cessate il fuoco, come accompagnare concretamente la transizione verso l’opzione due popoli e due Stati”, ha precisato poi Meloni.
In merito alla questione delle armi a Israele, Meloni ha poi precisato: “Abbiamo bloccato tutto dal 7 ottobre, mentre facciamo valutazioni caso per caso sulle vecchie licenze“. E proseguito: “Valutiamo il rischio che questo materiale possa essere impiegato nella crisi in atto, e se c’è noi non procediamo”.
Poi la premier ha attaccato il Movimento 5 Stelle che aveva parlato di soldi gettati dalla finestra con riferimento anche agli hub migranti in Albania. “Ci vuole una maschera di ferro per dire che questo Governo getta i soldi dalla finestra, anche volendo non si potrebbe perché li avete già gettati tutti voi. Vi prego! Ci vuole coraggio, noi non siamo nella condizione di farlo grazie all’eredità che ci avete lasciato”, ha detto.