Mamadou Kouassi alla Camera alla proiezione del film di Matteo Garrone
“Questo film è un deterrente, spiega ma mette anche luce sulle condizioni di vita dei migranti che partono dall’Africa”. Così Mamadou Kouassi, la cui storia personale è stata alla base della scrittura del film ‘Io Capitano’ di Matteo Garrone, oggi trasmesso in Sala della Regina della Camera dei Deputati grazie a un’iniziativa della vicepresidente della Camera Anna Ascani. “Mi dispiace ricordare che la Libia è un paese che non è mai stabile ma è stato definito un paese sicuro, mentre ancora oggi muoiono delle persone. In Libia ci sono carceri. Io sono stato venduto in Libia, ho un’esperienza diretta che sto portando a conoscenza della politica italiana ed europea”, denuncia Kouassi, che si sofferma poi anche su un altro tema: “Non dimentichiamo che dopo tutto questo viaggio c’è poi la permanenza in Italia. Ci sono voluti 5 anni per avere un permesso di soggiorno. Molte persone diventano invisibili e sfruttate”. Per questo motivo “è importante che la politica sappia questa verità e che prenda il coraggio di cambiare una legge come la Bossi-Fini, che ancora oggi fa danni – conclude Kouassi – è il momento che la politica prenda le sue responsabilità sia a livello nazionale che internazionale”. Una “responsabilità comune”, che non riguarda destra o sinistra, ma che si rende necessaria perché “l’Italia e il mondo sono cambiati. Siamo davanti a un’Italia multiculturale che dobbiamo ricostruire, parlando di umanità. È questa la sfida da portare avanti”.
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