La Legge di Bilancio in Parlamento lunedì 21 ottobre. Presentata, testo alla mano, dalla premier. Le opposizioni parlano però di un bluff

Sacrifici” per banche e assicurazioni, e per i ministeri, ma “nessun’altra tassa“. E per un’ulteriore verifica sulle disponibilità si aspettano i dati sul concordato. Confermati gli interventi a favore dei redditi medio-bassi, in primo luogo il taglio del cuneo fiscale e l’Irpef a tre aliquote: misure che sono rese strutturali. Per le famiglie, confermata la decontribuzione per le mamme, il nuovo bonus bebè, e il potenziamento dei congedi parentali. La novità sul fronte delle pensioni sarà “un incentivo significativo” per restare al lavoro. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, con il viceministro Maurizio Leo, illustra i capisaldi della Manovra che arriverà in Parlamento lunedì 21 ottobre e verrà presentata, testo alla mano, dalla premier Giorgia Meloni. La quale intanto, da Bruxelles dove si trova per il Consiglio europeo, si dice “orgogliosa e soddisfatta”. “Ci concentriamo sui redditi, sui salari, sul lavoro, sul sostegno alle imprese, sulla salute dei cittadini, sulla famiglia – rimarca Meloni -. Lo facciamo senza aumentare le tasse per i cittadini, in una situazione molto complessa”. Le opposizioni parlano però di un bluff ed è scontro sulle risorse sulla sanità.

Non volevamo neanche dare il segnale perché le banche siano degli avversari, per questo abbiamo fatto un lavoro anche insieme a loro”, spiega Meloni. “C’è un intervento significativo: qualcuno lo chiama extraprofitto, qualcuno contributo, io lo chiamo sacrificio – esordisce Giorgetti, rimarcando il concetto che gli è costata più di una critica, anche all’interno della maggioranza -. Spero che ora abbiano capito tutti quello che intendevo quando ho usato questa parola di cui si è purtroppo abusato nelle scorse settimane”. Il gettito atteso è di circa 3,5 miliardi, di cui 1 miliardo dalle assicurazioni. Per ora l’Abi, l’associazione delle banche, non si esprime, lo farà quando sarà possibile esaminarne l’articolato. E se il governo rivendica l’intervento, intestando le coperture al capitolo sanità, è scontro sul metodo e sulle cifre. Per la segretaria del Pd Elly Schlein, “siamo al solito gioco delle tre carte, come se gli italiani fossero stupidi”, perché “si tratta di anticipi di tasse già dovute da banche e assicurazioni che saranno loro puntualmente restituite tra il 2027 e il 2029”. “E’ un imbroglio – per il leader del M5s Giuseppe Conte -. Il governo sta chiedendo un prestito alle banche che noi contribuenti restituiremo nel 2027, peraltro quando questo governo non sarà più in carica”.

Quanto alla sanità, per il Mef lo stanziamento sarà di 2 miliardi e 366 milioni, ma dalla lettura delle tabelle del Documento programmatico di bilancio, inviato a Bruxelles, l’incremento in preventivo è di 900 milioni nel 2025 e 3,2 miliardi nel 2026 (rispettivamente lo 0,04 e lo 0,148% del Pil). Per questo i medici e le opposizioni chiedono spiegazioni. “Annunciano 3,7 miliardi in più sulla sanità pubblica ma la verità – attacca Schlein – è che per il 2025 mettono soltanto 900 milioni, che si aggiungono al miliardo già stanziato. Quindi meno della metà di quanto annunciato”. Ma Meloni da Bruxelles taglia corto: “Non ci sono mai state così tante risorse sulla sanità. Il fondo sanitario arriverà a 136,5 miliardi nel 2025 e a 140 miliardi nel 2026″.Per quanto riguarda le altre coperture, un miliardo dovrebbe arrivare anche dalla revisione delle cosiddette tax expenditures con il quoziente familiare. I tagli ai ministeri saranno nell’ordine del 5%, esclusa la sanità, tanto che il ministro Giorgetti, scherzando in conferenza stampa si intesta una certa “delusione” tra i ministri nel Cdm di ieri sera. E quando gli viene chiesto se anche la Lega fossa delusa per l’esclusione della flat tax, una delle bandiere del partito, Giorgetti non chiude del tutto: “Stiamo studiando, è una delle cose che si potranno fare se il concordato va particolarmente bene”.

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