L'ex ministro imputato per sequestro e rifiuto d'atti d'ufficio, il 20 dicembre la sentenza dopo oltre tre anni di dibattimento
In una Palermo blindata per la calata dei leghisti a sostegno di Matteo Salvini, venerdì è stato il giorno dell’arringa di Giulia Bongiorno, senatrice leghista e avvocata dell’ex ministro dell’Interno del governo Conte I, imputato per sequestro e rifiuto d’atti d’ufficio nel processo Open Arms. L’accusa ha chiesto per Salvini una condanna a 6 anni di reclusione. Il 20 dicembre ci sarà la sentenza dopo oltre tre anni di dibattimento.
“Questa è stata la battaglia di Salvini sui diritti che sono cosa diversa dalle pretese. La guardia costiera si è messa in ginocchio per avere una risposta da Open Arms sull’offerta di portare i migranti in Spagna. La stessa Spagna che ha offerto aiuto all’ong ricevendo come unica risposta una ‘buonanotte’. Nell’agosto del 2019 il ministro Salvini non combatteva contro i migranti che sono stati assistiti e tutelati. Ha combattuto chi voleva scambiare le pretese per diritti“, ha detto l’avvocata nell’ultima parte della sua discussione durata circa tre ore nell’aula bunker del carcere Pagliarelli.
Bongiorno contro Open Arms: “Non esiste il diritto di bighellonare”
“Usare a sproposito il termine diritto è molto pericoloso: non esiste il diritto di bighellonare o di scegliere come, quando e dove fare sbarcare i migranti e non esiste il diritto di ignorare offerta d’aiuto” ha tuonato infervorandosi prima di chiudere il suo intervento chiedendo “l’assoluzione perché il fatto non sussiste”. Per Giulia Bongiorno non ci fu compressione della libertà “essenziale perché si configuri il reato di sequestro di persona”, non ci furono condizioni critiche per i 147 migranti costretti, secondo l’accusa, sulla nave dell’ong spagnola per sette giorni. “Che sequestro di persona è se uno può sbarcare facendo semplicemente presente che non si adatta alla vita della nave? O se dichiarando di avere problemi di insonnia e stress esce senza alcun controllo. – dice l’avvocata del leader leghista – Il 16 agosto in due ore ne scesero nove a terra compilando il modulo in cui dichiaravano di essere in condizioni di disagio”.
Accusa e parti civili hanno sostenuto che per il disagio i migranti si gettavano in mare. “Non c’è stato alcun tentativo di suicidio – ha precisato Bongiorno – I migranti si gettavano in mare da un’altezza di due metri con il salvagente addosso. Non volevano suicidarsi ma raggiungere la costa a nuoto”. Per la difesa bastava che tutti i migranti dichiarassero di essere in “distress” e sarebbero sbarcati. “A un certo punto sarebbe bastato solo mandare un’email coi moduli già compilati sulle condizioni a bordo per farli scendere. L’Italia si è messa in ginocchio. E tu sequestrato davanti al carceriere che ti chiede un’email che fai? volti le spalle?”.
Bongiorno: “Armatore si è detto felice per caduta Salvini”
Il punto focale della questione è tutto qui: nella politicizzazione del dramma dei migranti. Da un lato la Lega del 2019 che puntava tutto sulla difesa dei confini, dall’altro le Ong che, oltre a salvare vite umane in mare, volevano abbattere la politica di Salvini del distribuire prima di far sbarcare. “Abbiamo documentato che Open Arms ha avuto innumerevoli, innumerevoli, innumerevoli occasioni per fare sbarcare i migranti e ha opposto innumerevoli, innumerevoli, innumerevoli rifiuti”. E il motivo è in un video girato a bordo dopo lo sbarco al termine del braccio di ferro con le autorità italiane. “C’è un filmato che rende chiara la situazione: siamo il 20 agosto a bordo della Open Arms – dice la difesa di Salvini – Sono tutti felici non perché sbarcano, ma perché è caduto il ministro Salvini. Nel video si sente un commento in spagnolo sul motivo della gioia. A farlo è l’odierna parte civile Oscar Camp”. Politicizzazione del dramma migranti e politicizzazione del processo a Salvini.
I ministri leghisti in piazza a Palermo per Salvini
Mentre parlava Giulia Bongiorno in piazza Politeama, nel cuore di Palermo, poco meno di un centinaio di leghisti hanno manifestato per far sentire la loro vicinanza al leader. Ben 4 ministri sono scesi in Sicilia: in primis Giancarlo Giorgetti: “Sono qui perché allora ero al governo con Salvini e perché sono anche io della Lega, quindi mi sembra assolutamente normale…” ha detto prima di entrare in un bar. Con lui i colleghi Alessandra Locatelli, Roberto Calderoli e Giuseppe Valditara. Una parata che ha scatenato la protesta dell’opposizione: “È vergognoso che i ministri scendano in piazza contro la magistratura”, ha attaccato la segretaria del Pd Elly Schlein , seguita a ruota dal questore dem di palazzo Madama Marco Meloni che ha bollato la sfilata dei ministri leghisti a Palermo come “una Capitol Hill all’amatriciana, emulano il peggior trumpismo, un chiaro tentativo di intimidire la magistratura che mina le fondamenta della nostra democrazia costituzionale, fondata sulla separazione tra i poteri”.
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