Il leader della Lega sulle parole del giudice Patarnello. Md: "Complotto non si lancia in mailing-list"
Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, a margine di un evento a Milano, ha commentato la mail in cui il magistrato Marco Patarnello definiva la premier Giorgia Meloni “più pericolosa di Berlusconi”. “Non dovrebbe più essere al suo posto, molto banalmente. Ci sono più di 9mila magistrati in Italia, la stragrande maggioranza fanno liberamente e positivamente il loro lavoro. Se c’è qualcuno che ha preso il tribunale per un centro sociale e per un luogo di vendetta politica ha sbagliato mestiere, molto semplicemente. Se qualcuno vede il nemico nel sindaco, nel governatore, nel ministro, è un problema“, ha dichiarato Salvini. A chi gli faceva notare che bisognerebbe verificare la veridicità della mail, Salvini ha sottolineato: “Quindi, ci saremmo costruiti la mail noi? Ci facciamo le auto-mail di finti magistrati? A volte sbagliano anche i giornali. Diciamo che se fosse vera, sarebbe di una gravità inaudita e comporterebbe l’immediato licenziamento“.
L’affondo di Magistratura democratica
Sul tema è intervenuta anche Magistratura democratica, che in una nota pubblicata sul sito dell’associazione presenta il testo della mail del giudice Patarnello e sottolinea: “Iniziamo con una semplice considerazione: a chi parla di complotto ordito contro la maggioranza di governo sfugge il semplice fatto che un complotto non si prepara annunciandolo in una mailing-list, quella di tutti i magistrati dell’Anm, con migliaia di accessi (da cui chiunque può prelevare qualsiasi contenuto e passarlo a un giornalista)”.
“Nel merito la mail riconosce alla presidente del Consiglio di non muoversi per interessi personali ma in base a una visione politica – prosegue la nota – che è politicamente forte e sostenuta da una maggioranza forte; che la sua visione della giurisdizione non è condivisibile e che mette in discussione l’assetto costituzionale; che i magistrati non devono fare opposizione politica ma essere uniti e fare chiarezza su quello che può compromettere i diritti dei cittadini”.
“La mail che ha suscitato reazioni estreme – aggiunge l’esecutivo di Md – corrisponde semplicemente a un’esigenza di discussione pubblica che in una democrazia costituzionale è necessaria. Non ‘consentita’ da chi governa. Necessaria”.
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