Il portavoce Filippo Ungaro: "Si tratta di un qualcosa di nuovo, che porta con sé delle preoccupazioni"

Il protocollo per i centri per migranti costruiti dall’Italia in Albania è sotto la lente dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati. “Pensiamo che sia ancora troppo presto per dare un giudizio completo del Protocollo Italia-Albania. Unhcr non ha avuto un ruolo né nello sviluppo del Protocollo, né nella sua implementazione. Tuttavia, siamo di fronte a un qualcosa di nuovo, che porta con sé delle preoccupazioni. Proprio per questo abbiamo deciso di svolgere un’attività di osservazione e monitoraggio indipendente (non prendiamo fondi dal Governo per questa attività) per tutelare i diritti e la garanzia degli standard internazionali nello svolgimento delle pratiche di asilo”, ha dichiarato a LaPresse il portavoce dell’Unhcr per l’Italia, Filippo Ungaro. “Svolgeremo quindi missioni di monitoraggio sia nella cosiddetta nave hub che nei centri in Albania, ogni qualvolta ci sarà un’operazione in corso. Alla fine del periodo previsto di 3 mesi di attività, faremo avere al Governo e al pubblico le nostre osservazioni e valutazioni”, aggiunge. 

“Definizione europea di Paese sicuro? Prematuro commentare”

Riguardo all’annuncio della Commissione europea di voler ridefinire il concetto di Paese terzo sicuro a livello europeo, “ci sembra assolutamente prematuro commentare. È importante invece notare come, dopo tanti anni, si sia riusciti a trovare un accordo a livello Ue per l’approvazione del Patto asilo, che costituisce un passo in avanti rispetto alla situazione precedente, soprattutto in termini di solidarietà e condivisione delle responsabilità fra Paesi membri“, afferma Ungaro.

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