Bufera sul sottosegretario alla Salute e deputato di Fratelli d’Italia Marcello Gemmato, socio di una clinica privata che spinge sul fatto di non “dover attendere i tempi lunghi del sistema sanitario pubblico”. Il caso è stato sollevato da un’inchiesta de Il Fatto Quotidiano e ha scatenato le critiche delle opposizioni che ne chiedono le dimissioni. “Lo abbiamo sempre detto. La destra non sta smantellando la sanità pubblica per sciatteria, ma per un preciso disegno. E chi ci guadagna? Solo loro, la destra. Lo spot della clinica privata, di cui il sottosegretario Gemmato è socio, è un insulto ai quei 4,5 milioni di italiani che hanno già rinunciato a curarsi proprio causa di quelle liste d’attesa che la clinica promette di far saltare”, ha scritto su Instagram la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. “Ormai è chiaro, anche l’eliminazione dalla manovra del piano di assunzioni straordinario che avevano promesso è un modo per favorire la sanità privata, la loro sanità privata. È assolutamente evidente che un sottosegretario alla Salute con un palese conflitto di interessi non possa rimanere un minuto di più in quel ruolo. Piuttosto Giorgia Meloni chiarisca come abbia potuto nominare in un ruolo così delicato, di amministrazione della sanità pubblica, una persona così già tanto esposta nel settore della sanità privata”, ha aggiunto la leader dem.
In seguito è arrivata la replica del sottosegretario: “Una sinistra bugiarda e rancorosa che non sa più a cosa appigliarsi. Le polemiche stanno a zero: 1) Ho il 10% di una società senza averne alcuna responsabilità di gestione (Figuriamoci poi dei contenuti del sito internet); 2) Non esiste alcun conflitto di interessi come certifica il Garante della concorrenza; 3) Con il Governo Meloni e il ministro Schillaci ci stiamo occupando del problema delle liste di attesa creato dalla mala gestione di decenni di sinistra al governo”, ha fatto sapere su Facebook Gemmato.
“Il conflitto di interessi non è qui ma in un sottosegretario alla Salute socio di una clinica privata che dice che da lui le file non ci sono. Questo è un conflitto di interessi tra tanti tra le forze di maggioranza”, commenta Giuseppe Conte, presidente del M5S.
Gli fa eco Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera: “Non è solo sgradevole che Gemmato abbia suoi interessi in quella società: è un palese conflitto di interessi. Avrebbe dovuto lasciare le sue quote dal momento del suo giuramento davanti al Presidente Mattarella e deve farlo ma la questione politica è: può rappresentare degnamente la tutela della salute pubblica un sottosegretario che ha o ha avuto interessi in quella privata?”.
Il leader di Italia viva, Matteo Renzi, dal canto suo, rimarca: “Questa storia è incredibile, amici. Parlando di sanità da Bruno Vespa, Giorgia Meloni ha sbagliato i conti e si è giustamente scusata: ‘ho fatto un casino, scusate’, ha detto la premier. Bene che se ne sia accorta. Però il vero casino sanitario Giorgia lo ha fatto scegliendo come sottosegretario alla sanità un suo fedelissimo, tal Gemmato, la cui azienda di cliniche si fa pubblicità dicendo: venite nel privato, noi non abbiamo le liste d’attesa del pubblico. Dunque ricapitolando: sei un parlamentare di Fratelli d’Italia, vai al Governo per occuparti di sanità e anziché risolvere il problema delle liste d’attesa fai pubblicità alla tua azienda dicendo: venite a curarvi da me perché nel pubblico c’è il problema delle liste d’attesa”.
“Problema che dovrebbe risolvere il Governo. Ma Gemmato – aggiunge il leader di Iv – non lo risolve e anzi fa pubblicità alla sua azienda in pieno conflitto di interesse. Sapete perché Giorgia Meloni non caccia Gemmato? Perché è uno dei suoi. Perché lui organizza le vacanze tutti gli anni alla famiglia Meloni, in Puglia. Perché le liste d’attesa sono un dramma per gli italiani, ma un business per il Fratello d’Italia sottosegretario. Mai vista una faccia tosta del genere: spero che Gemmato si dimetta subito, così potrà seguire il suo business e continuare a organizzare le vacanze a Giorgia, e qualcuno di più serio seguirà il disastro delle liste d’attesa nei nostri ospedali”.