Fonti del Csm confermano a LaPresse che il Quirinale era stato precedentemente avvertito dell’incontro di ieri tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli. L’incontro, ribadiscono le fonti “si inserisce nell’ambito di una proficua collaborazione istituzionale”.
Il Pd fa sentire la propria voce attaccando Palazzo Chigi. “Un episodio grave e ancor più preoccupante poiché sembra essere stato programmato da tempo, senza che il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura abbia ritenuto necessario informare gli altri membri di un incontro tanto irrituale. È ora compito di Pinelli chiarire questa scelta”, ha dichiarato la responsabile della giustizia del Pd, la deputata Debora Serracchiani.
“Non può inoltre passare inosservata – prosegue Serracchiani – la condotta della Presidente del Consiglio, che ha scelto di prendere parte a un incontro inopportuno, perseguendo una linea di conflitto continuo con la magistratura, con l’evidente intento di comprometterne l’indipendenza. Un simile atteggiamento non solo minaccia l’equilibrio tra i poteri dello Stato, ma mette anche a rischio la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche”.
Pensiero simile a quello del deputato dem ed ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando: “Mi sbaglierò ma a memoria non ricordo di una convocazione del vicepresidente del Csm da parte del presidente del Consiglio. Grave la convocazione. Grave che Pinelli l’abbia accettata. Il silenzio del Guardasigilli non sorprende. Liberali da strapazzo”, ha scritto Orlando su X.
Il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli deve riferire sull’incontro avuto ieri con la premier Giorgia Meloni. La richiesta arriva da 14 consiglieri del Csm che hanno depositato nel pomeriggio una nota indirizzata a Pinelli, nella quale si legge: “Abbiamo appreso dalla stampa della visita di ieri, nella sua veste istituzionale”. “L’incontro è avvenuto in un momento particolarmente delicato nei rapporti tra politica e magistratura – aggiungono le toghe -. Le chiediamo, pertanto, di volerci rendere edotti, nel Plenum di domani o nella sede meglio ritenuta, dei contenuti di tale incontro, affinché questo Consiglio possa avere contezza di un passaggio tanto rilevante istituzionalmente”. A sottoscrivere il testo i togati appartenenti ai gruppi di Area, Md, Unicost più gli indipendenti Roberto Fontana e Andrea Mirenda e il laico Roberto Romboli (Pd), mentre non hanno firmato i consiglieri di Magistratura indipendente.