Il ministro dell’Economia gelido sulla proposta lanciata dal segretario generale dell’Alleanza atlantica, Mark Rutte
L’obiettivo del 2% del Pil richiesto dalla Nato per la difesa risulta “molto ambizioso”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in audizione davanti alle commissione Bilancio di Camera e Senato, spiegando che alla luce degli stanziamenti previsti dalla manovra “arriveremo alla percentuale dell’1,57 per cento nel 2025, dell’1,58 per cento nel 2026 e dell’1,61 per cento nel 2027″.
Lo stop del ministro dell’Economia arriva nelle stesse ore in cui il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Mark Rutte, rilancia l’invito ai Paesi membri a spendere nella difesa. “Si prevede il potenziamento degli investimenti nel settore della difesa, per un valore complessivo di 35 miliardi nel periodo 2025-2039, misura che si aggiunge al finanziamento, per la prima volta permanente, delle missioni internazionali di pace”, ma “nonostante gli ingenti stanziamenti assegnati, l’obiettivo del 2 per cento del Pil richiesto dalla Nato risulta molto ambizioso e non del tutto compatibile sotto il profilo in particolare delle coperture con il quadro vigente della governance europea” aggiunge il titolare del Mef.
Giorgetti: “Finanziamenti Sanità superiori a spesa prevista in Psb”
“La manovra stanzia ulteriori risorse per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale che si aggiungono a quelle già assegnate dalla legislazione vigente. Nel complesso, il livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale passerà dai 136,5 miliardi del 2025 ai 141,3 miliardi del 2027, con un incremento medio annuo nel periodo 2025-2027 superiore al tasso di crescita programmato per la spesa primaria netta nel Piano strutturale di bilancio di medio termine” ha sottolineato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in audizione sulla manovra davanti alle commissione Bilancio di Camera e Senato.
Il ministro ha sottolineato che “per effetto degli ulteriori stanziamenti disposti dalla manovra, nei prossimi anni il finanziamento della spesa sanitaria assumerà inoltre un andamento all’incirca pari a quello dell’inflazione misurata in termini di IPCA (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i Paesi dell’Unione Europea), che in base alle stime programmatiche del Piano strutturale di bilancio di medio termine sarà pari a circa l’1,9 per cento nel periodo 2025-2027″.
Giorgetti: “Occupazione cresce, non stupirebbe rialzo previsioni 2024”
“Il sistema economico italiano ha mostrato una tenuta superiore alle previsioni di molti. Le stime iniziali di crescita del Pil dell’Istat sono state successivamente riviste al rialzo in misura inedita. Anche alla luce del notevole incremento dell’occupazione sin qui registrato, non sarei stupito da eventuali revisioni al rialzo anche relativamente alle stime preliminari del Pil 2024” le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in audizione sulla manovra davanti alle commissione Bilancio di Camera e Senato.
Giorgetti: “Risorse su redditi medio-bassi, sorprendono i sindacati”
Nell’audizione il ministro ha anche risposto alle critiche sulla manovra da parte dei sindacati. “Il governo ha messo risorse per le famiglie di reddito medio-basso, sotto i 40mila euro di reddito lordo, sui lavoratori dipendenti” e “sorprende che venga contestato proprio dai sindacati“, ha detto. “Lo abbiamo fatto – ha rimarcato – allo scopo di rilanciare la crescita con la domanda e i consumi”.
Giorgetti: “Non togliamo soldi ad aziende ma incentivi su auto cinesi”
Per quanto invece riguarda un altro tema su cui le opposizioni si sono lamentate, i tagli al settore auto, Giorgetti ha detto: “Quando si dice che si è tagliato il fondo automotive. Noi non togliamo i fondi alle imprese che vogliono riconvertire ma i tagliamo i fondi per le rottamazioni e per gli incentivi all’acquisto di auto elettriche prodotte in Cina e in altri Paesi. Quei 700 milioni non li trovate più”. Ha poi aggiunto: “C’è bisogno di imprenditori che accettino il processo di riconversione: se non accettano la sfida di riconvertirsi rispetto alla produzione tradizionale, possiamo praticare la riconversione ma chi la fa?”. E infine ha osservato: “Le risorse per gli accordi di sviluppo ci sono e ci saranno, ci sono 700 milioni di residui che possono essere utilizzati da domani mattina”.
Giorgetti: “Su cripto valuto emendamenti ma la speculazione va colpita”
Infine il tema delle criptovalute. “Sono disponibile a valutare forme di tassazione diverse“, ha detto Giorgetti, “rispetto alla permanenza in portafoglio degli investimenti. Quello che va tassato di più è la speculazione, quello che va agevolato è il tenere nel lungo termine una forma di risparmio e di investimenti. Se ci sono emendamenti che vanno in questa direzione sono disposto a valutarli“.
Giorgetti: “Revisori Mef? Non vogliamo curiosare, principio resti”
Per quanto poi riguarda la possibilità di introdurre dei rappresentanti del Mef nei collegi sindacali delle aziende che ricevono un contributo dallo Stato di almeno 100mila euro, il titolare dell’Economia ha detto: “Sono apertissimo a qualsiasi proposta ma il principio sottinteso deve essere mantenuto: chi riceve qualsiasi incentivo dallo Stato deve rispondere di come lo utilizza. Il Mef non vuole curiosare da nessuna parte, può usare anche la Guardia di Finanza, forse fa più paura di un revisore”. E aggiunto: “Il principio sottinteso e che credo nessuno qui possa mettere in dubbio è che chi riceve un contributo dello Stato debba avere un comportamento parsimonioso. Accetto però proposte per raggiungere quel risultato”.
Giorgetti: “Metro C Roma meritoria ma manca progettazione definitiva”
Il ministro ha inoltre parlato anche della prevista riduzione di 425 milioni di euro del contributo al Comune di Roma per la realizzazione della Metro C, la terza linea metropolitana della Capitale. “Nel caso della Metro C, per quello che so, siamo in una fase in cui manca la progettazione definitiva e temo che non si possa fare in 20 giorni. Però l’opera è meritoria e vediamo di trovare il modo, in base alle regole contabili perché gli stanziamenti vengano fatti ma non si bruci spazio fiscale di bilancio. E questo vale per tutte le opere di tutte le amministrazioni”, ha affermato. “Per quanto riguarda alcune opere del trasporto pubblico locale, piuttosto che la Metro C, – ha premesso Giorgetti – la logica che sta dietro le nuove regole, che piacciano o non piacciano – a me alcune sembrano assurde, però… – è che bisogna stanziare delle spese quando si è sicuri che possano essere fatte altrimenti quello spazio fiscale viene sostanzialmente bruciato. Aiutate il ministro dell’Economia a fare bella figura, a vincere il Nobel dell’austero a Bruxelles, perché diventano economie di bilancio”. E ha sottolineato: “Quando le amministrazioni chiedono degli stanziamenti mi devono dimostrare concretamente che hanno il progetto esecutivo, che sono in grado di spendere nel 2025, nel ’26 oppure nel ’27. Il ministro dell’Economia mette esattamente le cifre che servono“.
Gualtieri: “Esecuzione e progettazione non separabili per Metro C”
Alle parole di Giorgetti sulla Metro C ha risposto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. “Ho ascoltato con attenzione le parole pronunciate dal Ministro Giorgetti sulla tratta T1 della Metro C. Voglio accogliere positivamente la valutazione dell’opera come meritevole e l’impegno a organizzare l’articolazione del finanziamento in modo da consentire la sua realizzazione in modo coerente con il pieno uso dello spazio fiscale disponibile. Tengo però a precisare che nel caso della tratta T1 della Metro C la possibilità, a cui il ministro ha fatto riferimento, di separare il finanziamento della progettazione definitiva da quello della realizzazione, recentemente introdotta nell’ordinamento con il comma 70 dell’art. 1 della legge 213/2023, non è applicabile perché il contratto della Metro C prevede l’opzione contrattuale di affidamento integrato di progettazione e realizzazione della tratta T1 al Contraente Generale”, ha scritto Gualtieri in una nota. “L’alternativa di una separazione tra progettazione definitiva ed esecuzione, che il taglio attuale renderebbe obbligata, è inattuabile perché non solo costringerebbe a fare una nuova gara per la T1 aumentando i tempi, ma determinerebbe anche l’aumento di 50 milioni dei costi della tratta T2 perché costringerebbe a realizzare il capolinea a Mazzini/Clodio, che a sua volta comporterebbe notevoli disagi in quel quadrante”, ha aggiunto. “Infine, prima di fare il nuovo appalto per la T1 bisognerebbe attendere il collaudo della tratta T2, il che significherebbe uno slittamento di quasi dieci anni nella realizzazione della T1. La T1 è già molto avanti avendo già realizzato il PFTE, la VIA e l’affidamento. La progettazione definitiva sarebbe di rapida esecuzione e consentirebbe di realizzare in parallelo le due tratte T1 e T2 con un notevole risparmio di tempi e costi. Siamo comunque pronti a un confronto tecnico per ripristinare il finanziamento dell’opera e definire il profilo temporale della sua articolazione interna più idoneo a consentire di completare la metro C il più rapidamente possibile e a conseguire l’obiettivo indicato dal Ministro di utilizzare pienamente lo spazio fiscale disponibile. Obiettivo che verrebbe invece vanificato proprio dal taglio attuale del 50% della T1, che bloccando l’opera congelerebbe i restanti 400 milioni di risorse stanziate”, ha concluso.
Giorgetti: “Incontro con ad Lufthansa? Sarebbe opportuno”
Al termine dell’audizione, poi, parlando con i cronisti, Giorgetti ha commentato la vicenda di Ita-Lufthansa, con l’operazione che sembra avere riportato una battuta d’arresto dopo il no del Mef a uno sconto di 10 milioni di euro sulla vendita del 41% della compagnia aerea italiana alla società tedesca. Ha detto che “sarebbe opportuno” nel fine settimana un incontro con l’ad di Lufthansa Carsten Spohr.
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