L'autore del rapporto sulla competitività dell'Ue arrivando al vertice informale dell'Unione a Budapest
All’indomani del summit della Comunità Politica Europea a Budapest, i leader dei Paesi dell’Ue si riuniscono nella capitale ungherese per un vertice informale. Presente anche Mario Draghi, autore del rapporto sulla competitività dell’Unione, che arrivando al vertice ha commentato cosa significherà per l’Europa l’elezione di Donald Trump come 47esimo presidente americano. “Non c’è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Europa“, ha detto l’ex presidente del Consiglio italiano. “Non necessariamente tutto in senso negativo – ha sottolineato – ma certamente noi dovremmo prenderne atto. Dalla prospettiva del rapporto, quindi del rilancio della competizione in Europa, un paio di cose che vengono in mente sono che questa amministrazione sicuramente darà ulteriore grande impulso al settore tecnologico, al cosiddetto high tech, settore trainante della produttività. Già ora la differenza della produttività tra gli Stati Uniti e l’Europa è molto ampia, quindi noi dovremmo in un certo senso agire e gran parte delle indicazioni del rapporto vanno proprio solo su questo tema”.
“Trump proteggerà industrie Usa, dovremmo negoziare”
“Trump darà tanto impulso nei settori innovativi e proteggerà tanto le industrie tradizionali, che sono proprio le industrie dove noi esportiamo di più negli Stati Uniti. E quindi lì dovremo negoziare con l’alleato americano, con uno spirito unitario, in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei“, ha proseguito Draghi.
“Ue non può più posticipare decisioni”
“Ci sono grandi cambiamenti in vista e credo che quello che l’Europa non può più fare è posporre le decisioni. Come avete visto in tutti questi anni si sono posposte tante decisioni importanti perché aspettavamo il consenso. Il consenso non è venuto, è arrivato solo uno sviluppo più basso, una crescita minore, oggi una stagnazione”, ha quindi affermato l’ex presidente della Bce.
“Possibile rispettare 2% del Pil per Difesa con patto di stabilità”
Infine, Draghi ha risposto indirettamente alle parole del ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, secondo cui spendere il 2% del Pil nazionale nella Difesa sarebbe incompatibile con la normativa europea in fatto di coperture. “È possibile spendere il 2% del PIL per la difesa rispettando il patto di stabilità? È possibile, bisognerà prendere tutta una serie di decisioni. Oggi bisogna decidere cosa fare”, ha detto.
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