Prosegue la visita in Cina del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nella mattinata italiana di domenica è arrivato nella città di Hangzhou. Il capo dello Stato ribadisce la necessità di un dialogo tra i popoli in un periodo caratterizzato da molti conflitti nel mondo. “Il futuro richiede tanti Marco Polo, in alternativa a chi invece predica contrapposizione e pratica guerra. Perché lo stile Marco Polo, il significato, è quello della curiosità per mondi che non si conoscono, l’ammirazione per quello che si vede e si apprende, è il rispetto reciproco per un comune arricchimento culturale. Questo è ciò che ha fatto crescere il mondo nel corso dei millenni e dei secoli. Ed è ciò che invece viene contrastato da chi alimenta contrapposizioni e coltiva incompatibilità. Vi è un’esigenza crescente al mondo – e lo vediamo in questa stagione politica internazionale – di recuperare quello spirito in cui incontrarsi, dialogare, apprendere vicendevolmente, che è il modo per crescere tutti insieme”, ha detto Mattarella all’emittente cinese CGTN intervistato da He Yanke per il programma ‘Leaders Talk’.
“Vi sono, davanti all’umanità, tante sfide globali che nessun Paese da solo può affrontare. Questo richiederebbe una concordia mondiale, una convergenza per affrontare insieme le sfide comuni dell’umanità. Ed è paradossale che stia avvenendo il contrario in questo periodo, che si sviluppino le guerre e che si alimentino contrasti“, ha aggiunto poi il presidente della Repubblica.
“La Cina e l’Italia sono accomunate da tante cose: l’essere Paesi con alle spalle civiltà millenarie, l’essere Paesi che coltivano lo scambio culturale; essere Paesi che hanno fatto, in questi 70 – 75 anni, progressi straordinari di benessere e di avanzamento scientifico, tecnologico, sociale, perché hanno operato contando sull’apertura dei mercati, sull’apertura dei rapporti internazionali, non sul protezionismo, sulla chiusura, sulla contrapposizione. Per questo, ogni messaggio che induce alla collaborazione politica, naturalmente, ma segnatamente, in questa prospettiva, economica e commerciale, è un modo per rafforzare la pace. Perché mercati aperti, collaborazione commerciale significano interessi comuni che vengono coltivati. E questo è l’antidoto alle contrapposizioni e alla guerra. Ed è uno strumento che consente di crescere socialmente come benessere delle popolazioni, e consente la strada alternativa alla contrapposizione. Per questo, tutte le iniziative che richiedono collaborazione, anche economica e commerciale, oltre che a scambi culturali, sono preziose nella comunità internazionale“, ha proseguito ancora il capo dello Stato.
“I rapporti tra Cina e Italia sono straordinari, saldamente eccellenti. E si basano su quei presupposti che abbiamo detto. La cultura cinese insegna che le ricorrenze sono importanti. E ve ne sono molte in questo anno. Vi sono appunto i 700 anni dalla morte di Marco Polo, i 20 anni del nostro partenariato strategico globale, in cui abbiamo riversato operativamente la mentalità del rapporto che Marco Polo ha indicato: quello di crescere insieme, rispettandosi e conoscendoci sempre meglio“, ha rimarcato Mattarella. “Vi sono – ha aggiunto – altre ricorrenze. Quest’anno ricorrono i 75 anni della Nuova Cina, che è una ricorrenza di straordinaria importanza per la comunità internazionale. Vi saranno altre ricorrenze l’anno venturo. Tutte scadenze che ricordano i doveri da assolvere e le strade da percorrere. I rapporti tra Cina e Italia sono talmente eccellenti che pochi mesi fa è venuta in Cina la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. A pochi mesi di distanza c’è la mia visita di Stato. È del tutto inconsueto che vi siano visite così ravvicinate, nello stesso Paese, del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio dei ministri. È un’eccezione che sottolinea quanto sia importante il rapporto dell’Italia con la Cina e come l’Italia vuole coltivarlo con attenzione e sviluppo. Come lo definirei? Lo definirei come un rapporto di amicizia, quella che è fatta da fiducia e da capacità di comprensione reciproca. È quello che contraddistingue questa relazione tra Cina e Italia”.