I reclami sulle questioni di costituzionalità sulla legge sollevati dalle Regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania

Inizierà a partire da domani la camera di consiglio dei giudici della Corte costituzionale sui ricorsi presentati dalle Regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania contro la legge sull’Autonomia differenziata. La sentenza potrebbe non arrivare in tempi rapidi, ma in ogni caso è attesa entro la metà di dicembre, quando la Cassazione dovrà a sua volta decidere sul vaglio delle firme per i quesiti referendari che, in base a quanto stabiliranno i giudici costitizionali, potrebbero essere considerati superati. Nel caso in cui la legge Calderoli venisse dichiarata inconstituzionale anche solo in parte, la decisione potrebbe infatti pesare sul referendum. L’ultima parola sull’ammissibilità dei quesiti referendari, dopo il vaglio delle firme in Cassazione, spetterà, entro il 20 gennaio, alla Consulta.

Autonomia, Consulta ammette interventi regioni nord contro ricorsi

La Corte Costituzionale, intanto, in mattinata ha ammesso gli interventi ‘ad opponendum’ presentati dalle Regioni Veneto, Piemonte e Lombardia contro i ricorsi sulle questioni di costituzionalità riguardanti la legge Calderoli, sollevate da Puglia, Toscana, Sardegna e Campania. La decisione è stata presa dopo una breve camera di consiglio.

La vicenda

La maxi udienza si è tenuta davanti alla Consulta sulle questioni di costituzionalità riguardanti la legge sull’Autonomia, sollevate con i ricorsi delle 4 Regioni amministrate dal centrosinistra, che hanno impugnato la legge nella sua totalità e anche con riferimento a specifiche disposizioni. Le questioni sottoposte all’esame della Corte sono collegate all’interpretazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione con riguardo all’attribuzione alle regioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Alcune delle questioni attengono alla determinazione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale) sia per quanto riguarda la fonte e il procedimento di determinazione, sia per quanto riguarda l’individuazione delle materie o ambiti di materie per i quali tale determinazione sia necessaria, o meno, per il trasferimento delle funzioni. 

Altre questioni riguardano, sotto il profilo del principio della leale collaborazione, il procedimento di approvazione delle intese tra Stato e regione per l’attribuzione delle materie e delle relative funzioni. Altre ancora coinvolgono le modalità di finanziamento delle funzioni trasferite. In alcuni dei giudizi intervengono ‘ad opponendum’ le Regioni Piemonte, Veneto e Lombardia. Sull’ammissibilità di questi ultimi ricorsi la Corte deciderà oggi.

 

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