Sul banco degli imputati la scelta delle candidature, in particolare in Umbria. Parziale soddisfazione per il risultato di FI
“I cittadini hanno sempre ragione“. Resta questo il mantra del centrodestra dopo la sconfitta in Emilia Romagna e Umbria. Lo sottolinea anche la premier, Giorgia Meloni, raggiunta dalle notizie italiane a Rio de Janeiro, dove è impegnata con il G20 e non si sottrae a un’analisi del voto regionale: “Sono ovviamente dispiaciuta dal risultato, particolarmente dalla non conferma del governo in Umbria. I cittadini hanno scelto un’altra parte. Ne prendiamo atto, faremo le nostre valutazioni, penso che bisogna sempre accettare e ascoltare quello che dicono i cittadini” e “bisogna interrogarsi per capire cosa in questo caso non abbia funzionato“.
Sul banco degli imputati c’è la scelta delle candidature, in particolare in Umbria, a quanto filtra dai rumors di Montecitorio non particolarmente gradite alla presidente del Consiglio, che però nega questa circostanza con fermezza: “Ho letto ricostruzioni abbastanza surreali, io ho sostenuto e rivendico la candidatura di Donatella Tesei”. Una candidata in quota Lega, ma in ogni caso la governatrice uscente. Meloni mostra comunque ottimismo: “Penso che bisogna sempre accettare e ascoltare quello che dicono i cittadini, che comunque in questi due anni hanno premiato il centrodestra alle politiche, alle europee e in 11 elezioni tra Regioni e Province autonome su 14. Sono ancora molto ottimista, ma bisogna interrogarsi”. E conclude: “Non vincere sempre penso possa aiutare a mantenere i piedi per terra”.
Il vicepremier, Matteo Salvini, non nasconde l’amarezza ma guarda avanti: “Abbiamo perso, sia in Emilia Romagna che in Umbria. Nella vita si vince e si perde e quando perdi fai i complimenti a chi ha vinto. Poi ragioneremo sui motivi delle due sconfitte che mi danno ancor più voglia di lavorare e di impegnarmi. Non mi interessa fare processi a Tizio o a Caio. Lavoro per il futuro. Faccio tesoro delle sconfitte e guardo avanti”, dice a margine di un evento a Roma. Ora il nodo da sciogliere nella maggioranza è proprio quello di trovare candidature vincenti il prossimo anno, in cui si voterà in regioni importanti. C’è il tema del Veneto, dove la Lega vorrebbe mantenere il timone – con o senza Luca Zaia – ma Fratelli d’Italia, forte dei suoi numeri molto maggiori in questo momento, vorrebbe un suo candidato (in pole ci sarebbe il senatore Luca De Carlo); e anche da Forza Italia trapela l’idea di una candidatura considerata vincente come quella dell’ex sindaco di Verona Flavio Tosi. Ci saranno poi scogli pericolosi quando si voterà in tre grandi regioni governate dal centrosinistra: Puglia, Campania e Toscana.
In questo frangente complicato, una parziale soddisfazione per il risultato delle urne viene rivendicato da Forza Italia. In Umbria il forzista Andrea Romizi è il candidato che ha preso più preferenze in assoluto, oltre 10mila, e arriva un immediato riconoscimento dal leader, l’altro vicepremier Antonio Tajani, che lo nomina come nuovo membro della segreteria nazionale di Forza Italia. “Un riconoscimento – spiegano dal partito – al suo straordinario risultato elettorale: Romizi, che è stato per due volte apprezzato sindaco di Perugia, a questa tornata è risultato essere il candidato più votato – di tutti i partiti – alle Regionali in Umbria”. Anche in Emilia Romagna, viene fatto notare, Forza Italia ha raddoppiato la percentuale rispetto alla precedente tornata, passando dal 2,6% al 5,6%. Come già sottolineato a fine spoglio, il partito si conferma il secondo della coalizione di centrodestra e la terza forza politica in assoluto. Un rafforzamento che causa nervosismo nella Lega, che si vede scavalcata, anche se il refrain resta lo stesso: il voto locale non ha alcuna influenza sugli equilibri di maggioranza e governo. Almeno per ora.
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