La nota del partito guidato da Antonio Tajani: "Singolari e fantasiose ricostruzioni"
“Singolari e fantasiose ricostruzioni della stampa. Non c’è mai stato un piano per disertare volontariamente il Cdm. Come è noto, i nostri ministri sono tra i più presenti alle riunioni del Governo. Nella giornata di ieri il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani era impegnato a presiedere il G7 dei ministri degli Esteri, ancora in corso, mentre gli altri ministri erano altrove per impegni istituzionali o personali irrinunciabili. Palazzo Chigi era stato informato della loro assenza. Forza Italia sostiene lealmente il governo, continuando a lavorare per l’interesse dei cittadini”. Lo si legge in una nota di FI.
L’assenza dei ministri di FI in Consiglio dei ministri
Ieri, su richiesta del vicepremier e capodelegazione di FI al governo, vista l’assenza per diversi impegni dei ministri del partito azzurro dal Consiglio dei ministri in programma a Palazzo Chigi, il decreto giustizia è slittato alla prossima riunione del Consiglio dei ministri.
Governo, Scotto (Pd): “Destra balla su Titanic, mentre cittadini faticano”
“Per Forza Italia sono fantasiose le ricostruzioni della stampa di oggi sul vertice di governo. Tant’è che si affanna a ribadire il sostegno leale a Meloni. Eppure si fa fatica a pensare che nella giornata di ieri non si trovava un ministro di quel partito disponibile a partecipare al Consiglio dei ministri. Una coincidenza abbastanza singolare. In altri tempi sarebbe stato interpretato come un avviso di sfratto all’esecutivo”, dichiara il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Oggi più modestamente appare un tentativo di piantare una bandierina sul canone Rai. Materia francamente secondaria per milioni di cittadini che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena e che vedono il proprio potere d’acquisto sempre più debole. Ormai la destra somiglia sempre di più a una classe dirigente che balla sul Titanic senza rendersi conto di cosa sta per accadere in un Paese dove non si contano più le crisi industriali che si aprono e i posti di lavoro a rischio”, conclude Scotto.
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