Nuova fumata nera del Parlamento in seduta comune per l’elezione dei quattro giudici della Consulta in scadenza. Sarà necessario un nuovo scrutinio, in data da definirsi.
Dalla prossima votazione si uniformeranno i quorum (sin qui diversi tra il giudice che ha terminato il suo mandato nel novembre 2023 e i tre in scadenza il prossimo 21 dicembre) e basterà la maggioranza dei 3/5 per eleggere tutti e quattro i componenti.
“Credo che abbassandosi il quorum credo che l’accordo sia molto più vicino. Io quello che dovevo fare l’ho fatto, la prossima settimana non so se per una questione di tempistica si troverà il tempo per fare una seduta prima di Natale. A questo punto non ci sono scuse. Richiamo tutte le forze politiche a fare il possibile”. Così il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, nel corso del tradizionale incontro con la stampa parlamentare.
“Nel lavoro della Corte costituzionale è essenziale il metodo della collegialità: le diverse sensibilità politiche e culturali dei singoli giudici contano ma poi, necessariamente, devono confrontarsi con quelle di tutti gli altri componenti del Collegio. E queste diverse sensibilità non vengono compresse bensì arricchite, grazie al confronto collegiale. E proprio guardando a questa imprescindibile dimensione collegiale della Corte, l’auspicio è che il parlamento, nella scelta dei nuovi giudici, non enfatizzi più di quanto sia necessario le diverse sensibilità politiche e culturali dei candidati”. Lo ha ribadito il presidente della Corte costituzionale, Augusto Barbera, al termine dell’Udienza pubblica odierna in cui era previsto il saluto del Collegio ai tre giudici – lo stesso Augusto Barbera e i Vice presidenti Franco Modugno e Giulio Prosperetti – il cui mandato di nove anni terminerà il prossimo 21 dicembre. A tracciare i profili dei tre giudici sono stati chiamati il giudice Giovanni Amoroso, l’avvocata Filomena Gallo (per il libero foro), che ha letto anche un messaggio della collega Marilisa d’Amico, e l’avvocata Gabriella Palmieri Sandulli (per l’Avvocatura dello Stato).
“Per il buon funzionamento della Corte – che da oggi per l’attività giurisdizionale è composta da soli 11 giudici, il minimo legale – è, dunque, fortemente auspicabile che il prima possibile si arrivi a una ricomposizione del Collegio a quindici componenti”, ha aggiunto Barbera.