Il tempo scorre e gli emendamenti del governo alla Manovra 2025 non sono ancora pronti. Le votazioni non riprenderanno prima di lunedì mattina e lo stallo in commissione fa slittare l’approdo in Aula della legge di Bilancio, fissato dai capigruppo per il 16 dicembre alle ore 15. Insorge l’opposizione che chiede al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, di intervenire. La maggioranza, però, punta a consegnare la il testo prima di Natale.
I relatori intanto sabato hanno depositato in commissione Bilancio un nuovo pacchetto, con sei emendamenti alla Manovra. Si tratta delle proposte alla base dell’accordo di maggioranza, circolate nelle ultime ore come bozza di quello che è stato definito ‘mini-maxiemendamento’ del governo, che è stato spacchettato per materie omogenee con le relative coperture. Altre misure sono state inserite in riformulazioni di emendamenti parlamentari.
Arriva un aumento di otto euro al mese per le pensioni in favore di soggetti disagiati, assegnato a ultrasettantenni e titolari di assegno sociale. Lo prevede una bozza di emendamento del governo alla Manovra. Si tratta della maggiorazione prevista per le prestazioni previdenziali e assistenziali il cui importo venne aumentato nel 2002 fino a un milione di vecchie lire dal governo Berlusconi.
Sulla nuova Manovra si è espressa la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone. “Io credo che il governo abbia dimostrato, anche con la Manovra di bilancio che abbiamo presentato, attenzione per quanto riguarda i salari, soprattutto a quelli medio bassi, con la scelta di rendere strutturale il risparmio fiscale per i lavoratori e le lavoratrici”, ha detto in un’intervista a La Stampa.
Immediata la replica della minoranza. “Credo sia la prima volta nella storia repubblicana che un ministro del Lavoro non alza i salari dei lavoratori, ma soltanto il suo. A mia memoria è così. Intanto ribadisce su La Stampa che il salario minimo non va assolutamente fatto. Ovviamente con argomenti che non stanno né in cielo né in terra. Senza alcuna evidenza scientifica, ma solo con un furore ideologico senza precedenti. E’ più urgente raddoppiare lo stipendio dei ministri non parlamentari, Calderone compresa. Questione di priorità”, ha scritto sui social il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro. La critica dei dem si riferisce all’ipotesi di un innalzamento dello stipendio dei ministri non parlamentari.