La premier ha accusato il Pd di "indebolire" Fitto, attaccando su migranti e Stellantis. Schlein: "Scenda dal ring, Parlamento è un luogo serio"

Sono ancora scintille tra la premier, Giorgia Meloni, e le opposizioni. La presidente del Consiglio arriva in Aula alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo, in programma giovedì e venerdì a Bruxelles, e, in particolare nelle repliche, prende di mira la sinistra sottolineando che “nell’affrontare le grandi questioni di politica estera le parole che vengono più spesso alla bocca dei membri delle opposizioni sono ‘amico’ e ‘nemico’. Penso che quando si parla di Paesi alleati (il riferimento è alla nuova amministrazione Usa, con Trump visto dalla sinistra come un ‘nemico’, ndr) ci sia un filtro sbagliato, quello usato da chi mette la propria fazione prima della propria Nazione”.

“Il Pd ha cercato di indebolire Fitto”

Un comportamento, rimarca Meloni, tenuto anche nella questione della nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente della Commissione Ue: “L’unico commissario che ha tentato di indebolire il gruppo politico europeo di cui il Pd fa parte è il commissario italiano Raffaele Fitto. Quindi il problema non è che von der Leyen ha indebolito i commissari, come detto dal collega Provenzano, ma che gli elettori con il voto alle Europee hanno indebolito la sinistra. È la democrazia”.

‘Giallo’ sull’assenza dei deputati leghisti

Dai banchi delle opposizioni si alzano le proteste, si sottolinea che anche la Lega non ha votato per Fitto. “La Lega però – replica – non ha scritto lettere per chiedere di togliere all’Italia la vicepresidenza. Sappiamo chi è stato con l’Italia e chi non lo è stato in questa vicenda”. Ma proprio sui leghisti c’è un piccolo ‘giallo’: i deputati del Carroccio sono quasi del tutto assenti, tranne qualcuno, quando la premier prende la parola in mattinata. Sono presenti solo gli onorevoli Laura Ravetto, Stefano Candiani e Mirko Carloni. Fonti parlamentari della Lega fanno sapere che molti erano impegnati nella sessione di bilancio mentre altri risultano in viaggio. “Polemica inventata”, sottolinea Salvini, mentre Meloni in Aula commenta: “Sono arrivata in ritardo anche io e vengo in macchina, e il sindaco di Roma non è della Lega”.

Manovra e stipendi dei ministri

Anche sull’attualissimo tema della manovra e dell’aumento degli stipendi dei ministri non parlamentari per equipararli a quelli dei parlamentari, la premier, pur unendosi alla richiesta del ministro della Difesa, Guido Crosetto, di ritirare l’emendamento per evitare inutili polemiche, la premier è netta: “Non prendiamo lezioni da quelli che hanno speso i soldi degli italiani per dare 300mila euro a Beppe Grillo”. Secca la replica di Giuseppe Conte in Aula: “Meloni dice che non accetta lezioni dal Movimento 5 Stelle. Ma lo sa cosa facciamo noi da anni? 100 milioni, tagliandoci gli stipendi, li restituiamo alla collettività”. Insomma, conclude la presidente del Consiglio replicando anche alle critiche sul G7, “nel tentativo spasmodico di attaccare il governo” il Pd dice che “nessuno si è accorto che l’Italia è stata presidente del G7. Dire una frase del genere è un insulto a sherpa, diplomatici, forze dell’ordine, Papa Francesco, funzionari e a tutti quelli che hanno lavorato perché il G7 fosse un orgoglio della nazione mentre voi stavate lì a fare le macumbe sperando che fosse un fallimento, perché come sempre tifate contro la vostra nazione quando non siete al potere. Dovete fare un corso di riti vudù, perché le macumbe non stanno funzionando”.

Meloni attacca su migranti e Stellantis

Sul nodo migranti, ribadendo che il protocollo con l’Albania funzionerà, attacca: “Se nessun Paese è sicuro, non possiamo fermare nessuno, non possiamo rimpatriare nessuno, quindi credo che la soluzione del Pd sia non fare il Ponte sullo Stretto ma fare un bel ponte con il Nordafrica per far arrivare tutti, ma questo lo farete voi quando sarete al governo”. Inoltre, le recenti decisioni dei giudici “dal sapore ideologico, se accolte dalla Corte europea rischiano di compromettere le politiche di rimpatrio di tutti gli Stati membri, una prospettiva inaccettabile che occorre contrastare”. E anche su Stellantis, è l’affondo, “c’eravate voi quando il governo Conte ha deciso di non utilizzare i poteri speciali per fermare l’operazione di fusione tra Fiat, Chrysler e Peugeot. C’eravate voi quando è stato garantito con i soldi dello Stato italiano un prestito da 6 miliardi e mezzo”.

Schlein: “Meloni scenda dal ring”

Nella dichiarazione di voto finale arriva la controreplica della segretaria dem, Elly Schlein: “Presidente Meloni scenda dal ring perché questo è un luogo serio. Capisco la necessità di cercare un nemico al giorno ma questo è il Parlamento”. Per Schlein “da un lato c’è ‘il favoloso mondo di Ameloni’, quello della propaganda che ogni giorno vi raccontate, andata in scena ad Atreju, dall’altro la realtà, quella testarda dei numeri”. E ironizza sulle assenze tra le file leghiste: “Voglio salutare il ritorno dei colleghi della Lega che questa mattina non c’erano. Qualcuno di loro ha detto che è stato per i treni, beh…sanno con chi prendersela: con il peggior ministro dei Trasporti della storia”.

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