Il ministro dei Rapporti con il Parlamento: "No scaricabarile ma episodi simili non si ripetano più"

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha posto, a nome del governo, la questione di fiducia sulla manovra in discussione alla Camera. La seduta era stata aperta inizialmente poco dopo le 8 in un’Aula semideserta e subito sospesa dopo la protesta delle opposizioni per l’assenza di un rappresentante del governo. Poco dopo sono arrivati i ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e Ciriani.

Manovra, Ciriani: “Scuse a nome governo per ritardo lavori di questa mattina”

“Prima di leggere la formula con cui il governo chiede la fiducia sulla legge di bilancio, vorrei fare le mie scuse personali, anche a nome del governo, per il ritardo con cui questa mattina sono stati avviati i lavori del Parlamento”, ha detto il ministro Ciriani intervenendo nell’Aula della Camera.

Manovra, Ciriani: “No scaricabarile ma episodi simili non si ripetano più”

“So bene che stanchezza, inconvenienti, incomprensioni possono capitare, soprattutto in queste ore molto frenetiche, però so anche che alla fine le giustificazioni stanno a zero. E non intendo ricorrere alla pratica dello scaricabarile, come pure potrei…”, ha aggiunto Ciriani dopo essersi scusato a nome del governo per i ritardi con cui questa mattina hanno preso il via i lavori. “Al presidente della Camera e a tutti i gruppi parlamentari e ai singoli parlamentari voglio però ribadire il mio massimo impegno affinché tutti i ministeri garantiscano doverosamente e prioritariamente la loro presenza puntuale in Aula e nelle commissioni affinché questi episodi non si ripetano più”, ha concluso il ministro per i Rapporti con il Parlamento.

Le opposizioni sulle barricate

“Il governo si finge morto e non si presenta in Aula per la discussione generale della finanziaria. Mancano i soldi per le sveglie?”, ha protestato in Aula Marco Grimaldi (Avs), contestando la “sciatteria istituzionale” e chiedendo la sospensione dei lavori. Alla richiesta di sospensione si è unito Benedetto Della Vedova (+Europa). Alla ripresa alle 8.35 il Pd, con Federico Fornaro, ha chiesto l’intervento del ministro per i Rapporti per il Parlamento Ciriani. Anche per Della Vedova il governo deve “chiedere scusa al Parlamento”. Per Grimaldi, il ministro dell’Economia dovrebbe essere presente e portare il testo fino alla fine. Il vicepresidente di turno Fabio Rampelli ha sottolineato che sarà informato dell’accaduto il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e annunciato l’arrivo di un ministro, prima di dichiarare aperta la discussione generale. I relatori si sono riservati di intervenire in sede di replica e hanno depositato relazione scritta. Interviene come relatrice di minoranza Cecilia Guerra (Pd).

Manovra, Giorgetti: “Protesta opposizione? Legittima, è nata per questo”

“È legittimo, l’opposizione è nata per protestare. Anche io quando ero all’opposizione protestavo”. Così il ministro Giorgetti, parlando nel Transatlantico della Camera e rispondendo a chi gli chiedeva della protesta dell’opposizione per l’assenza del governo questa mattina a Montecitorio. Prima di entrare in Aula, intanto, il titolare del Mef si è fermato per qualche minuto a parlare in Transatlantico con alcuni deputati dell’opposizione, tra cui Della Vedova (+Eu), Guerra (Pd) e Grimaldi (Avs) che poco prima avevano denunciato in Aula l’assenza del governo all’inizio dei lavori.

Manovra, fonti: “No ritorno in commissione, c’è sovracopertura”

Per la manovra, comunque, non servirà un ritorno in commissione. Il testo non presenterebbe carenze di copertura, anzi, ci sarebbe una sovracopertura di circa 100 milioni l’anno per i prossimi due anni, rispetto alle norme approvate. Una sovracopertura che porta a due opzioni: un miglioramento dei saldi o, più probabilmente, un utilizzo in quello che si chiama “conto di controllo”, strumento, viene sottolineato da fonti di governo, previsto da Piano strutturale di bilancio (Psb), un fondo da utilizzare per ulteriori interventi durante l’anno.

Venerdì l’approvazione alla Camera

La data cerchiata di rosso, per ora, è venerdì: in tarda serata la manovra dovrebbe essere approvata dalla Camera. In questo modo Montecitorio riaprirebbe dopo la pausa natalizia, passando il testimone al Senato per il via libera definitivo alla legge più importante e complessa dell’anno, che quindi arriverà in Aula a Palazzo Madama a fine mese, tra il 28 e il 29. Questa la road map fissata dalla conferenza dei capigruppo, dove però si è affacciata l’ipotesi, confermata su più fronti, di un ritorno in commissione per un check. Il testo va ricomposto, con tutte le modifiche effettuate in commissione. E va verificato che le coperture quadrino. Un rinvio definito “tecnico”, ma che per le opposizioni è politico, perché ipotizzano l’assenza di coperture per le aggiunte fatte. Da quanto tempo servirà per farlo dipende anche un eventuale ulteriore slittamento dell’ok, che potrebbe quindi arrivare non venerdì sera ma sabato. Anche per questo, in Senato prevedono di non cominciare a lavorare sul testo prima di lunedì.

Il percorso travagliato della manovra

I tempi sono stretti, per approvare un bilancio che doveva avere pochi capisaldi – su tutti la conferma delle tre aliquote Irpef e del taglio del cuneo fiscale, e gli interventi in base al quoziente familiare – e poche modifiche, ma il cui cammino si è complicato nel corso dei giorni. Prima nell’attesa di capire se fosse possibile trovare le risorse per la promessa riduzione dell’Irpef al ceto medio, rinviata a quando le condizioni della finanza pubblica lo consentiranno. Poi per bilanciare le aspettative delle forze di maggioranza, in ultimo per uscire dal cul de sac dovuto al contestato emendamento sullo stipendio dei ministri, e a quello sui revisori del ministero dell’Economia in enti e aziende che percepiscono contributi pubblici, più volte riformulato, fino praticamente ad azzerare la norma.

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