Uno scudo penale per gli agenti delle forze dell’ordine che eviti loro l’iscrizione nel registro degli indagati come atto dovuto per presunti reati compiuti nell’esercizio delle loro funzioni. È la norma cui sta lavorando il governo con l’intenzione di inserirla nel ddl Sicurezza in discussione ora al Senato. O, in alternativa, in un decreto ad hoc. Almeno fino all’intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio che ha precisato: “Mai parlato di impunità per agenti, non andrà adesso nel ddl Sicurezza”.
A volerla sarebbe in primis la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che non a caso nei giorni scorsi era intervenuta sulla vicenda del maresciallo Luciano Masini, che nel Riminese ha sparato e ucciso un uomo che aveva accoltellato 4 persone. “Masini ha fatto il suo lavoro. Ci dobbiamo porre il problema delle forze dell’ordine che temono di far bene il proprio lavoro perché rischiano di trovarsi in un calvario giudiziario. Faremo un approfondimento delle norme”, le parole della premier nel corso della conferenza stampa del nuovo anno. A tenere banco anche il caso di Ramy Elgaml, il giovane morto dopo l’inseguimento dei carabinieri a Milano: anche in questo caso il militare alla guida dell’auto è stato indagato, insieme a due colleghi. Manifestazioni in ricordo del giovane – a Torino, Roma e Bologna – sono poi sfociate in violenti attacchi alle forze dell’ordine.
“Stiamo riflettendo sull’ipotesi di introdurre la possibilità di svolgere accertamenti preliminari, come esami balistici o perizie di vario tipo, senza necessariamente iscrivere nel registro degli indagati chi ha compiuto un uso legittimo delle armi, come previsto dall’art. 53 del Codice Penale. Per evitare che poi l’iscrizione si traduca in un calvario giudiziario”, conferma Galeazzo Bignami, capogruppo Fratelli d’Italia alla Camera. L’ipotesi di uno scudo penale sta però creando non poche polemiche.
“Una idea di scudo penale penso sia inaccettabile, in uno stato di diritto chi ha il controllo dell’uso della forza è sottoposto al controllo della magistratura. La legge deve essere uguale per tutti, soprattutto per chi esercita un potere. Se tu fai lo scudo penale fai passare l’idea che ciascuno può fare tutto, è una idea pericolosa“, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein.
Mentre Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Pd, pone un possibile tema di costituzionalità di un’eventuale norma che preveda lo scudo penale: “Il tema dello scudo penale è delicatissimo e si scontra con profili di incostituzionalità chiari. Credo anche che, da un punto di vista valoriale, il governo pare non avere fiducia né nelle forze dell’ordine né nei magistrati”, afferma Serracchiani, in un’intervista a La Repubblica. “Quando si sono verificate aggressioni o scontri, noi abbiamo cercato di dare strumenti affinché le stesse forze dell’ordine fossero in grado di dimostrare le proprie azioni, penso ad esempio alle bodycam o alla tutela legale”, aggiunge Serracchiani, “lo scudo penale invece dà un’impunità“. “Le forze dell’ordine devono essere messe nelle condizioni di fare bene il loro lavoro, che è delicatissimo”, continua, “bisogna fare formazione e garantire strumenti adeguati. E poi qualcuno dovrebbe affrontare le cause del disagio sociale. Invece la destra non fa che alimentare le tensioni sociali”.
Per Avs si tratta di un’idea “inquietante” e “un ulteriore salto verso quell’abisso antidemocratico”. Il M5S la inquadra come una “corsia privilegiata” o una “attenuazione del controllo giudiziario sulle responsabilità individuali”, e ricorda che “nessuno può essere sottratto al controllo di legalità, perché nessuno è al di sopra della legge”. Per +Europa più che lo scudo serve “fiducia nella legalità e fiducia nelle forze dell’ordine”.
La norma incontra invece il favore della Lega per la quale “tutto quello che è a tutela delle forze dell’ordine merita appoggio e ha, ovviamente, la nostra approvazione”, come spiega il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari. Le sue parole arrivano proprio a margine della presentazione della pdl per un patrocinio gratuito per le vittime del lavoro e per i componenti delle forze dell’ordine indagati per atti compiuti in servizio. La proposta di scudo penale, spiega “non va in contraddizione con quanto stiamo chiedendo oggi noi”. Molinari tuttavia auspica che la proposta non vada a “rallentare” l’iter del ddl Sicurezza che è al Senato. Anzi, chiede di approvarlo il prima possibile, senza modifiche, inserendo eventualmente la proposta dello scudo in altro decreto. “Riteniamo che il ddl Sicurezza vada approvato senza modifiche – spiega Molinari – anche perché è stato alla Camera e c’è stato un dibattito molto ampio. Crediamo che la cosa più pragmatica sia iniziare ad approvare quello e poi associare altre proposte, tipo quelle che abbiamo visto annunciate sui quotidiani. Diciamo che questo è un governo che non è parco di decreti nel legiferare, quindi un decreto in più o un decreto in meno penso si possa fare. In quel caso anzi la norma sarebbe immediatamente in vigore”.
“In merito ad alcuni articoli apparsi oggi sulla stampa, è necessario chiarire che il termine ‘scudo penale’ è stato utilizzato in modo improprio e fuorviante. Il provvedimento normativo in discussione non configura uno ‘scudo penale’ inteso come esclusione dell’avvio di procedimenti giudiziari, né mira a sottrarre alcuno al giudizio penale, principio cardine del nostro ordinamento”, afferma in una nota Domenico Pianese, segretario del sindacato di Polizia Coisp. “Non ci riteniamo in alcun modo al di sopra della Costituzione né chiediamo privilegi che ci pongano al di fuori della legge. La proposta è invece quella di introdurre una tutela penale che consenta di evitare l’iscrizione automatica nel registro degli indagati con il cosiddetto ‘atto dovuto’ chi opera nell’esercizio del proprio dovere e nel rispetto delle leggi. Questo non significa eludere il controllo giudiziario, ma garantire un vaglio più attento che verosimilmente potrebbe essere affidato a un organo superiore, come il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello, per evitare l’avvio di procedimenti non necessari. Un ulteriore aspetto riguarda la necessità di tutelare gli operatori delle forze dell’ordine anche sotto il profilo economico, prevedendo una copertura totale delle spese legali per procedimenti legati a fatti di servizio, così da non gravare ulteriormente su chi svolge il proprio compito in condizioni spesso difficili”, aggiunge Pianese.
“Preoccupano le intenzioni del governo sul cosiddetto ‘scudo penale’. Uno Stato di diritto è tale non solo se ha il monopolio esclusivo della forza ma anche se pone dei limiti insuperabili al suo utilizzo. Laddove questi limiti vengano superati, proprio la disponibilità a processare sé stesso senza interporre ostacoli e privilegi caratterizza uno Stato di diritto”, è il parere espresso da Francesco Petrelli, presidente Unione Camere penali.