Il capo dello Stato: "Insegnare è un'impresa difficile ma esaltante"
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato lunedì mattina a sorpresa la scuola di Palermo ‘Edmondo De Amicis-Leonardo Da Vinci’ nella sede di via Serra di Falco, nel quartiere Noce-Malaspina. Il capo dello Stato si è intrattenuto in particolare con i bimbi della 5° C, una classe primaria multietnica, i cui alunni furono oggetto a ottobre di insulti e commenti a sfondo razzista mentre partecipavano all’iniziativa ‘Io leggo perché’, al centro di Palermo. Allora, alcuni passanti avevano apostrofato i venti bambini facenti parte della classe (tutti italiani, ma 16 di loro con genitori ghanesi o mauriziani), con frasi come “siete tutti strani”. Tutt’altro che imbarazzati dalla presenza dell’ospite illustre (la visita è stata tenuta segreta dalla dirigente scolastica Giovanna Genco), i ragazzini hanno rivolto al Presidente alcune domande, consegnandogli alcuni doni. Sulla lavagna di classe spiccava un grande tricolore. I bambini hanno poi scortato il presidente nell’aula magna dove l’orchestra dei ragazzi delle classi della secondaria ha suonato due brani di Giuseppe Verdi, il coro delle Zingarelle dalla Traviata e il – ‘Va, pensiero’ dal Nabucco. “Vivere insieme, dialogare, fa crescere, rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti. Insegnare è un’impresa difficile ma esaltante”, ha detto il Presidente ai circa 300 ragazzi al termine dell’incontro.
Mattarella: “Presidenza non è lavoro ma impegno istituzionale”
Il presidente della Repubblica ha anche risposto alle domande degli studenti, e a uno di essi ha parlato del suo ruolo: “Questo impegno che svolgo adesso non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. È faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti gli italiani di ogni parte d’Italia, di ogni condizione, di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse, perché vedo quanto l’Italia contiene di impegni di solidarietà positivi, importanti“.
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