Il ministro dell'Interno ha riferito in Senato al Question Time sulla vicenda del generale arrestato a Torino e poi rilasciato
Najeem Osema Almasri è stato rimpatriato “per ragioni di urgenza e sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”. Le parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, durante il question time al Senato, scatenano una nuova ondata di polemiche sulla vicenda del generale libico arrestato a Torino e poi rilasciato e riportato in Libia con un aereo di Stato italiano. Le opposizioni attaccano, parlando di un governo “surreale e imbarazzante”. “Giorgia Meloni deve venire a rispondere in Aula – dice la segretaria del Pd Elly Schlein – perché in questa pessima vicenda non è possibile che non ci fosse un coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi. La smetta di nascondersi dietro i suoi ministri“.
La ricostruzione di Piantedosi
Sono da poco passate le 15 quando il ministro Piantedosi, a Palazzo Madama, ripercorre la vicenda dell’uomo, arrestato la notte tra il 18 e il 19 gennaio: “Era stato temporaneamente associato alla locale casa circondariale ‘Lorusso e Cotugno’ e, quindi, messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, ossia la Corte d’Appello di Roma“, “il 21 gennaio, la Corte d’Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, ha dichiarato il non luogo a provvedere sull’arresto del cittadino libico, valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa. L’uomo è stato dunque rilasciato nella serata dello stesso giorno per poi essere rimpatriato a Tripoli”.
La testimonianza di una vittima
Intanto, arrivano nuovi dettagli sul protagonista della vicenda: “Sono David Yambio e sono una vittima – è la testimonianza di un attivista di Sea-Watch e portavoce di Refugees in Lybia – un sopravvissuto ai crimini che Almasri ha commesso negli anni passati e che sono ancora in corso”. “Nel novembre 2019 sono stato catturato nel Mediterraneo e riportato in Libia – prosegue Yambio in un video diffuso da Sea Watch -. Sono stato messo in un centro di detenzione. In seguito, sono stato trasferito ad Al-jadida, dove comandava Almasri e dove mi ha torturato personalmente. Da lì sono stato portato alla base aerea di Mitiga, dove ho assistito a molte atrocità che non posso descrivere. Oggi molti di noi si pongono domande sul perché il governo italiano abbia lasciato andare un criminale ricercato dalla Corte penale internazionale”.
Bonelli: “Hanno liberato un torturatore e assassino”
“Hanno liberato e accompagnato in Libia un boia, torturatore, assassino e trafficante di esseri umani con volo di Stato”, afferma Angelo Bonelli, Avs, durante un flash mob davanti a Palazzo Chigi. “Il nostro governo umilia l’Italia di fronte al mondo e al diritto internazionale. Questa vergogna non può rimanere impunita“, rincara la dose Nicola Fratoianni (Avs). “A maggior ragione dopo le affermazioni del ministro Piantedosi in Senato – dice il segretario di +Europa, Riccardo Magi – è irrinunciabile che la presidente del Consiglio Meloni riferisca in prima persona e urgentemente al Parlamento sul caso”. Anche Italia viva incalza il governo con il capogruppo al Senato Enrico Borghi, secondo il quale “quella di Almasri è una vicenda tra l’incredibile e il preoccupante“. Mentre dalla maggioranza, Fratelli d’Italia annuncia “un’interrogazione per fare chiarezza sulle modalità con cui la Corte penale internazionale ha operato” sul caso, spiega il deputato Giangiacomo Calovini.
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