(LaPresse) I magistrati hanno abbandonato l’Aula Magna del tribunale di Milano durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario quando ha preso la parola Monica Sarti, dirigente capo dell’Ispettorato generale del ministero della Giustizia. La protesta è stata motivata dall’opposizione alle riforme costituzionali in corso di approvazione, come la separazione delle carriere dei magistrati. “Lo abbiamo fatto anche in passato, perché di fronte a controriforme come queste, che incidono sull’equilibrio costituzionale e ledono l’indipendenza della magistratura, è necessario reagire con dignità”, ha dichiarato Armando Spataro, ex magistrato e giurista, già procuratore capo della Repubblica di Torino. “La dignità è rappresentata dalla Costituzione, la nostra stella polare. È stato significativo vedere magistrati, giovani e meno giovani, alzarsi e andarsene: non si può dialogare con chi alza muri e attacca la magistratura con parole inaccettabili”. Anche Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano, ha partecipato alla protesta. Alla domanda su cosa non lo convincesse della riforma, ha risposto: “Tutto. Nella grammatica costituzionale mondiale, fatta eccezione per il Portogallo, non esiste un pubblico ministero che non risponda a un potere dello Stato. Oggi risponde al potere giudiziario e, con i giudici, amministra la giurisdizione. I giudici non sono subordinati al pubblico ministero solo perché apparteniamo allo stesso ordine. Abbiamo una media del 40% di assoluzioni. Ma un pubblico ministero che diventa un quarto potere dello Stato, non controllato, è un rischio. Mi fa paura come cittadino. Per questo, in tutti i Paesi del mondo, è sottoposto al controllo dell’esecutivo”. Negli scorsi mesi si era ipotizzata la partecipazione del Guardasigilli Carlo Nordio alla cerimonia milanese, ma il ministro ha invece presenziato a Napoli, inviando Monica Sarti a rappresentare il ministero presso il Palazzo di Giustizia di Milano.

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