La premier: "Da Procura atto voluto. Io indagata sulla prima pagina del Financial Times, è danno all'Italia"
La premier Giorgia Meloni torna a parlare dell’apertura dell’indagine a Roma nei suoi confronti per il caso Almasri, dopo la denuncia presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti. “Ci sono alcuni giudici, fortunatamente pochi, che però vogliono decidere la politica industriale, vogliono decidere la politica ambientale, vogliono decidere le politiche dell’immigrazione, vogliono decidere se e come si possa riformare la giustizia, vogliono decidere per cosa possiamo spendere e cosa no. In pratica vogliono governare loro“, ha detto la presidente del Consiglio, intervenendo in collegamento all’evento ideato da Nicola Porro ‘La Ripartenza’ in corso al Palazzo Castiglioni di Milano.
Meloni: “Se alcuni giudici vogliono governare, si candidino”
“Solo che c’è un problema: che se io sbaglio, gli italiani mi mandano a casa, se loro sbagliano nessuno può fare o dire niente. Nessun potere al mondo in uno Stato democratico funziona così, i contrappesi servono a questo. E la magistratura svolge un ruolo fondamentale nella nostra democrazia, è una colonna portante della nostra Repubblica, solo che nessun edificio regge su una colonna sola”, ha detto ancora Meloni. “Quando un potere dello Stato pensa di poter fare a meno degli altri – ha aggiunto la premier – il sistema non può tenere. Poi, per carità, se alcuni giudici vogliono governare, si candidano alle elezioni e governano. L’hanno fatto in alcuni casi, legittimamente. L’unica cosa che non si può fare è che loro governano e io vado alle elezioni. Noi abbiamo scelto di scrivere un’altra storia, di rispetto delle regole, di rispetto dei ruoli, una storia di credibilità delle istituzioni e di orgoglio per le persone perbene di questa Nazione. Forse per questo ad alcuni non siamo graditi”.
Meloni: “Da Procura atto chiaramente voluto”
“L’atto era chiaramente un atto voluto e tutti sanno che le procure in queste cose hanno la loro discrezionalità, come del resto è dimostrato dalle numerosissime denunce che i cittadini hanno fatto contro le istituzioni e sulle quali si è deciso di non procedere con l’iscrizione nel registro degli indagati. Pensiamo al periodo del Covid, io potrei fare decine di esempi, tutti potrebbero fare decine di esempi, dopodiché io penso che a chiunque nei miei panni di fronte a questa vicenda cadrebbero un po’ le braccia“, ha sottolineato nel corso del suo intervento la presidente del Consiglio.
Meloni: “Agli italiani dico che non mollo di un centimetro”
“Agli italiani dico, ancora una volta, finché ci siete voi ci sarò anche io. Non intendo mollare di un centimetro, almeno fino a quando saprò che la maggioranza degli italiani è con me”, ha aggiunto l’inquilina di Palazzo Chigi in video collegamento con l’evento in corso a Milano.
Meloni: “Mondo tornato a puntare e guardare con interesse a Italia”
“Nel mese di gennaio io ho fatto 73 ore di volo, qualcuno mi critica perfino perché porto mia figlia con me all’estero quando parto, quando posso. Non si capisce esattamente quando altro la dovrei vedere. Dopodiché perché io ho fatto 73 ore di volo nel mese di gennaio? Perché sono consapevole del fatto che ogni ora volata, ogni viaggio, ogni accordo che si stringe, sono fondamentalmente porte aperte o porte che si aprono per le nostre imprese che significa posti di lavoro, che significa possibili investimenti”, ha detto ancora la presidente del Consiglio.
“La credibilità che cerco faticosamente di costruire – ha sottolineato la premier – ha portato, per esempio, qualche giorno fa un fondo di investimento norvegese, il più grande al mondo per asset, a comprare oltre 8 miliardi di euro di titoli di Stato italiani, ha portato gli indiani, gli azeri e i canadesi a misurarsi in una gara pubblica sull’acquisto dell’Ilva, ha portato a salvare Ita con una collaborazione ambiziosa con i tedeschi di Lufthansa, ha portato lo scorso fine settimana in Arabia Saudita a stringere accordi che valgono 10 miliardi di euro”.
“Questo è il lavoro che io cerco di fare – ha proseguito – e che ci permette di dire, volendo fare una battuta, che dal ghiaccio dei fiordi fino alla sabbia del deserto il mondo è tornato a guardare con interesse all’Italia, è tornato a puntare sull’Italia, sulle nostre imprese, sulle nostre capacità, sulle nostre eccellenze. Il merito chiaramente, l’ho detto in tante occasioni, non è principalmente mio, è sempre delle imprese e dei lavoratori però c’è anche qualcosa che è cambiato rispetto al passato, e cioè che ora c’è un governo che cerca di dare il massimo per creare le condizioni anche di stabilità, di credibilità, di autorevolezza per fare esprimere al massimo il potenziale di queste aziende”.
Schlein: “Inaccettabile che Meloni delegittimi le toghe”
“È evidente che Meloni alzi lo scontro coi giudici per non parlare del merito della questione: la scelta politica di riportare a casa un torturatore libico. E per continuare la sua ostinata ricerca di un nemico al giorno, oggi un magistrato che ha fatto una mera comunicazione prescritta dalla legge. Già altri giudici si sono dimessi, questa macchina del fango della destra per colpire singole persone deve finire. È inaccettabile che chi governa usi il suo potere per delegittimarne un altro previsto in Costituzione”. Questo il commento della segretaria del Pd, Elly Schlein, alle parole di Meloni. “Così si parla tutto il giorno di questo mentre l’economia italiana è ferma, la crescita meno della metà del previsto, la produzione industriale cala da ventidue mesi, come i salari di chi guadagna tra 8 e 9mila euro. A salire invece sono le bollette di famiglie e imprese nell’inerzia del governo, sono le accise sul diesel che hanno aumentato di soppiatto, sono le liste d’attesa su cui non attuano il decreto da sei mesi. Ma anche stavolta di tutto questo Meloni se ne occuperà domani, oggi è troppo impegnata a fare la vittima“, aggiunge.
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