Il giornalista commenta l'indagine sulla premier. Botta e risposta tra Ruotolo del Pd e il conduttore. Usigrai: "Propaganda che sa di regime"
Bruno Vespa difende il governo Meloni sul caso Almasri durante la puntata di giovedì sera del suo programma ‘5 minuti’ su Rai 1 e il video diventa virale sui social. “I Paesi trattano anche con i torturatori. In ogni Stato si fanno delle cose sporchissime per la sicurezza nazionale”, afferma in modo molto accorato il conduttore. Un intervento che ha provocato critiche da parte delle opposizioni e dell’Usigrai. Il sindacato dei giornalisti Rai parla di “propaganda da regime”, mentre per Sandro Ruotolo, del Pd, Vespa “è diventato il portavoce ufficiale di Palazzo Chigi”.
Quasi immediata la replica del conduttore di Porta a Porta: “L’onorevole Ruotolo chieda chiarimenti sulle ‘cose sporchissime’ che fanno governi d’ogni colore e latitudine a Marco Minniti e Nicola Latorre che per conto del Pd si sono occupati al più alto livello della sicurezza nazionale. Sul generale Almasri i governi Renzi e Gentiloni sanno certamente qualcosa”, le parole di Vespa.
Usigrai contro Bruno Vespa: “Propaganda che sa di regime”
Un intervento fortemente criticato dal sindacato dei giornalisti Rai Usigrai che parla di propaganda. “L’arringa di Bruno Vespa sugli Stati che fanno cose sporchissime per la sicurezza nazionale non può essere il tratto che identifica l’approfondimento giornalistico di Raiuno. Cosi non è informazione ma propaganda che sa di regime”, si legge nella nota dell’organizzazione sindacale. “Dalla Rai e dalle Redazione di Tg, Gr e Programmi deve arrivare ai cittadini una informazione completa e chiara sulle modalità e le responsabilità che ruotano intorno ai fatti. Le chiose di Vespa o i servizi che mettono in relazione fatti diversi non spiegano cosa sia accaduto, ma alimentano solo speculazioni che non fanno bene all’informazione di servizio pubblico e alla Rai”, conclude l’Usigrai.
L’arringa di Bruno Vespa a ‘5 minuti’ su @RaiUno non è informazione di approfondimento ma propaganda che sa di regime #Rai @FnsiSocial https://t.co/fm3eAX8Z8Z
— USIGRai (@USIGRai) January 31, 2025
Bruno Vespa difende Meloni, critiche anche dall’opposizione
Critiche a Bruno Vespa sono arrivate anche da parte delle opposizioni, a partire da Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Partito Democratico. “Si fanno cose sporchissime per la sicurezza nazionale’. Commentando così il caso Almasri, ieri sera Bruno Vespa nei suoi 5 minuti ha superato se stesso. Altro che terza Camera, è diventato il portavoce ufficiale di Palazzo Chigi”, si legge in una nota di Ruotolo, anche lui giornalista.
“Bruno Vespa ha superato ogni limite. In questi anni la Rai ci ha abituato a giornalisti di sinistra che appassionatamente hanno sempre difeso la loro parte politica. E quindi nulla di strano se la stessa cosa la fanno giornalisti di destra ora che strizzano l’occhio al potere, che dosano le domande per non disturbare troppo il manovratore. Il tema non è che prima c’erano quelli di sinistra a proteggere i governi di sinistra e ora che Vespa fa più o meno lo stesso con un governo di destra dobbiamo urlare allo scandalo. Il punto è che per noi quel modo di gestire il Servizio Pubblico era sbagliato ieri come lo è oggi. Ma nel caso di Vespa c’è di più, perché conduce uno spazio dopo il Tg1 dove sono necessari massima prudenza ed equilibrio. Esattamente quello che ieri sera è mancato, visto che Vespa è stato il megafono più acceso del governo Meloni. Con uno zelo che neanche i ministri in carica riescono più a mostrare senza imbarazzo, Vespa ha guardato dritto in camera, puntato gli indici come un tribuno e sentenziato che i Paesi trattano anche con i torturatori. Questa non è informazione. È giustificazione. È propaganda”, affermano gli esponenti M5S in commissione di Vigilanza Rai.
“È un conduttore che, dal suo scranno di arbitro, difende l’indifendibile e normalizza l’inaccettabile. Un giornalista – pardon: un artista della Rai -, pagato con i soldi dei cittadini, non può mettersi a fare il difensore d’ufficio di un governo, tanto più in uno spazio seguitissimo come quello che segue il TG1. Quegli spettatori meritano una informazione la più imparziale possibile venendo subito dopo il principale TG della Rai. Rispetto, non comizietti. Chiederemo conto ai vertici Rai in Commissione di Vigilanza. Perché il Servizio Pubblico deve essere di tutti, non la cassa di risonanza della propaganda meloniana. E a questo punto, un consiglio a Bruno Vespa: se proprio ci tiene così tanto a sostenere il governo, faccia il passo definitivo. Si candidi con Fratelli d’Italia. Almeno avremo finalmente chiarezza”, concludono.
Unirai: “Su Vespa chi grida al regime è allergico al pluralismo”
In difesa di Bruno Vespa è intervenuto invece il sindacato Unirai. “Non c’è solo una parte consistente della magistratura ad essere politicizzata, ma anche una nicchia della categoria dei giornalisti. Nulla di nuovo. Si evidenzia però in questo momento storico una quotidiana insofferenza verso qualsiasi forma di pluralismo delle opinioni e si grida addirittura al regime. Dimostrando così di aver perso oltre al contatto con la realtà anche il senso e la misura delle parole”, afferma Unirai, liberi giornalisti Rai. “Bruno Vespa ha espresso liberamente il suo pensiero, in sintonia con buona parte del pubblico della Rai che mai come in questo momento ha la possibilità di usufruire di un’offerta ricca e plurale”, conclude il sindacato.
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