Il leader della Lega critico sul piano von der Leyen. Tajani: "Se governo fosse anti-europeo non ne farei parte". Conte: "Sì a tavolo negoziale, no a follia riarmo"

Matteo Salvini critico verso il piano di riarmo europeo lanciato dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. “Nel migliore dei mondi possibile, l’interesse nazionale dovrebbe coincidere con quello comunitario. Per tornare all’incontro Trump-Zelensky, l’interesse nazionale non è quello di fare alcune decine di miliardi di debito per andare a comprare all’estero nuovi armamenti. Penso che l’interesse nazionale possa essere diverso, sicuramente potenziare la difesa” e “remunerare meglio e assumere di più forze armate e forze dell’ordine”, ha detto il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega, intervenendo agli Stati generali del turismo balneare.

“È interessante il dibattito di 800 miliardi di spesa militare per riarmare l’Europa, fatto salvo che spero che non servano con un accordo di pace fra Russia e Ucraina e tra Israele e Medioriente, e quei soldi si possono utilizzare in altra maniera. Però è fondamentale presidiare i nostri territori”, ha aggiunto il vicepremier. 

Sul tema, interpellato dai cronisti, si è espresso il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Io sono favorevole alla difesa europea, sono europeista, convintamente europeista, e se fossi convinto che questo governo fosse anti-europeo non ne farei parte”, ha affermato il segretario di Forza Italia , a margine dell’evento, dedicato al settore privato, preparatorio della Conferenza sulla Ripresa dell’Ucraina 2025, in programma a Roma i prossimi 10 e 11 luglio. “Io sono assolutamente favorevole al progetto della difesa europea, il sogno di De Gasperi e Berlusconi, dobbiamo andare avanti se vogliamo contare, dobbiamo aumentare le nostre spese per la Nato, dobbiamo arrivare al 2%, e dobbiamo avere una difesa europea che garantisca la nostra sicurezza”, ha spiegato Tajani, che sulla trattative per la fine del conflitto ha chiarito: “La pace non può essere la resa” dell’Ucraina”. 

Nel dibattito si inserisce anche l’ex commissario agli Affari economici Ue Paolo Gentiloni.  Il piano di Ursula von der Leyen “penso che sia un primo passo, che vada nella direzione giusta. L’ha annunciata poco dopo il taglio degli aiuti Usa all’Ucraina. E’ chiaro che può essere migliorato, però nelle ore difficili che stiamo attraversando penso che sia un segnale che va nella direzione giusta. Poi vedremo”, le parole dell’esponente Pd, secondo il quale il piano “si può migliorare, però un conto è dire che va migliorata e un conto è dire, magari per un titolo infelice, che l’Europa è bellicista o guerrafondaia”. “L’Europa deve darsi una sveglia e incredibilmente Trump forse riuscirà a darcela”, conclude Gentiloni. 

La sicurezza si costruisce con la volontà di dar vita a un tavolo negoziale, predisponendosi a fare un tavolo negoziale e non alimentando una guerra che questa strategia militare dell’escalation sta alimentando da tre anni”, dice invece il presidente M5S Giuseppe Conte. “Non c’è neppure in realtà un progetto di difesa comune – aggiunge -, sono poche idee e molto confuse. C’è soltanto la convinzione che si possa procedere al riarmo, anche in ordine sparso, sino a 800 miliardi. Una completa follia”

 

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