Il provvedimento è in capo ai ministeri della Giustizia, dell’Interno, della Famiglia, natalità e pari opportunità e della Riforme istituzionali
Sul tavolo del Consiglio dei ministri convocato oggi alle ore 17 a Palazzo Chigi – a quanto si apprende – arriverà lo schema di disegno di legge con “l’introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime”.
Il provvedimento è in capo ai ministeri della Giustizia, dell’Interno, della Famiglia, natalità e pari opportunità e della Riforme istituzionali e semplificazione normativa.
La bozza del ddl
“Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo. Fuori dei casi di cui al primo periodo, si applica l’articolo 575″ del codice penale che prevede una pena non inferiore ad anni ventuno. È quanto si legge nella bozza del disegno di legge che introduce il delitto di femminicidio e che sarà oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri.
Lo Schema di disegno di legge ha come titolo “Introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime” e si compone di sette articoli. Il primo va a modificare il codice penale inserendo, dopo l’articolo 577, l'”Articolo 577-bis (Femminicidio)”, che al primo comma prevede l’ergastolo come aggravante. Nel commi successivi si legge che “si applicano le circostanze aggravanti di cui agli articoli 576 e 577” e che “quando ricorre una sola circostanza attenuante ovvero quando una circostanza attenuante concorre con taluna delle circostanze aggravanti di cui al secondo comma, e la prima è ritenuta prevalente, la pena non può essere inferiore ad anni ventiquattro”.
Infine, l’ultimo comma dispone che “quando ricorrono più circostanze attenuanti, ovvero quando più circostanze attenuanti concorrono con taluna delle circostanze aggravanti di cui al secondo comma, e le prime sono ritenute prevalenti, la pena non può essere inferiore ad anni quindici”.
Roccella: “Messa al centro battaglia contro la violenza sulle donne”
“Noi abbiamo messo al centro fin dall’inizio del nostro mandato la battaglia contro la violenza sulle donne. Abbiamo fatto un primo intervento legislativo, i femminicidi sono diminuiti solo in maniera molto lieve e abbiamo ritenuto fosse il caso di intervenire nuovamente” e “introdotto un reato autonomo di femminicidio”. Lo ha detto la ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri. “Il femminicidio in questo modo diventa un reato autonomo e questo conferma la specificità della situazione del femminicidio, cioè la sua differenza rispetto all’omicidio”, ha aggiunto. “Femminicidio è una parola che usiamo abitualmente e che c’è nella titolazione della commissione bicamerale. Fino adesso non era mai entrata nel codice. È una novità dirompente” e “importante dal punto di vista non solo giuridico ma della cultura. Pensiamo che questa sia il tentativo di produrre un mutamento culturale”.
Roccella ha poi segnalato “l’asimmetria di potere fra uomo e donna, nelle relazioni private e nei confronti della libertà femminile, della libertà di dire no e di andarsene, di cambiare i propri sentimenti e anche nella propria volontà”. “E’ un provvedimento di cui siamo tutti molto soddisfatti, in Consiglio dei ministri siamo intervenuti tutti”, ha detto ancora Roccella. “Spesso ci viene rinfacciato il comportamento di alcuni amici e alleati. Questo ancora una volta dimostra la nostra assoluta autonomia rispetto ai comportamenti di persone con cui abbiamo rapporti di amicizia, di alleanza o di vicinanza anche ideologica”.
Il Cdm approva il ddl Femminicidio
Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl Femminicidio che, secondo la relazione introduttiva che LaPresse ha potuto visionare, “appronta un intervento ampio e sistematico per rispondere alle esigenze di tutela contro il fenomeno di drammatica attualità delle condotte e manifestazioni di prevaricazione e violenza commesse nei confronti delle donne. Ciò in linea con gli obblighi assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione di Istanbul e nel solco delle linee operative disegnate dalla nuova direttiva Ue 1385/2024 in materia di violenza contro le donne, nonché delle direttive in materia di tutela delle vittime di reato”.
Le novità dell’intervento vengono riassunte in dieci punti: fa principalmente perno sull’introduzione di una nuova fattispecie penale, rubricata come “femminicidio”, che, per l’estrema urgenza criminologica del fenomeno e per la particolare struttura del reato, viene sanzionata con la pena più grave che l’ordinamento conosce: l’ergastolo.
In modo connesso, sono state introdotte corrispondenti circostanze aggravanti per i delitti più tipici di codice rosso; prevede l’audizione obbligatoria della persona offesa da parte del pm nei casi di codice rosso, non delegabile alla polizia giudiziaria, connessi obblighi informativi e riflessi in materia di organizzazione degli uffici del pubblico ministero; introduce specifici obblighi informativi in favore dei prossimi congiunti della vittima di femminicidio; prevede il parere – non vincolante – della vittima in caso di patteggiamento per reati da codice rosso e connessi obblighi informativi e onere motivazionale del giudice; introduce una presunzione di adeguatezza delle sole misure custodiali nella scelta delle misure cautelari; interviene sui benefici penitenziari per autori di reati da codice rosso; introduce, in favore delle vittime di reati da codice rosso, un diritto di essere avvisate anche dell’uscita dal carcere dell’autore condannato, a seguito di concessione di misure premiali; rafforza gli obblighi formativi dei magistrati, previsti dall’art. 6, comma 2, della legge n. 168 del 2023; estende alla fase della esecuzione della condanna al risarcimento il regime di favore in tema di prenotazione a debito previsto per i danneggiati dai fatti di omicidio “codice rosso” e di femminicidio.
Meloni: “Diamo una sferzata nel combattere una piaga”
“Oggi il Governo compie un altro passo avanti nell’azione di sistema che sta portando avanti fin dal suo insediamento per contrastare la violenza nei confronti delle donne e per tutelare le vittime. Il Consiglio dei ministri ha varato un decreto-legge estremamente significativo, che introduce nel nostro ordinamento il delitto di femminicidio come reato autonomo, sanzionandolo con l’ergastolo, e prevede aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Norme che considero molto importanti e che abbiamo fortemente voluto per dare una sferzata nella lotta a questa intollerabile piaga. Ringrazio i Ministri che hanno lavorato al provvedimento e che ci hanno permesso di raggiungere, alla vigilia della Festa della Donna, questo importante risultato”. Lo dichiara la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
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