Sulla questione del riarmo europeo sembra difficile trovare un'intesa tra i partiti di maggioranza

Sulla questione del riarmo europeo sembra più difficile trovare un punto di caduta, viste le posizioni cristallizzate dei partiti di maggioranza, con la Lega che si smarca dagli alleati e il vicepremier Matteo Salvini che – confortato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – continua a esprimere perplessità sull’aumento della difesa militare e sulla costruzione di un esercito europeo. Una sintesi potrebbe essere trovata sul cosiddetto ‘lodo Giorgetti’, ovvero sull’idea di coinvolgere fino a 200 miliardi di investimenti privati per rafforzare la difesa nazionale, limitando il ricorso al debito pubblico

“No all’esercito europeo, no all’invio di soldati italiani in Ucraina, no al taglio della sanità per comprare armi. Se dobbiamo fare altro debito, facciamolo per difendere famiglie e imprese dal caro bollette e tagliare le tasse, costruire ospedali e difendere i confini dai clandestini. Non certo per acquistare 800 miliardi di euro di armi, o spendere altri 40 miliardi di euro in Ucraina. In un momento in cui finalmente la fine del conflitto sembra possibile, grazie all’impegno del presidente Trump, Italia ed Europa devono costruire ponti, non trincee” dichiara il deputato della Lega, vicepresidente della commissione Finanze e responsabile del dipartimento Economia del Partito, Alberto Bagnai.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata