Scritto nel 1941 da Spinelli, Rossi e Colorni è considerato tra i testi fondanti dell'Unione Europea

Redatto sull’isola di Ventotene nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni mentre erano al confino, il Manifesto di Ventotene è stato scritto in un’Europa devastata dalle violenze della Seconda Guerra Mondiale e dei regimi totalitari. Propone una visione di pace e cooperazione tra gli Stati europei, la cui sintesi è nel titolo ‘Per un’Europa libera e unita’, tanto da esser considerato uno dei testi fondanti dell’Unione europea.

Manifesto di Ventotene: cos’è e cosa dice il testo

Vede tra i suoi principi ispiratori quello secondo cui solo “un’Europa unita” è la condizione che può garantire la pace. Un’Europa “costruita dai popoli, non dagli Stati”, a sottolineare la necessità di un’unione che nasca dalla volontà dei cittadini europei più che dalle decisioni degli Stati nazionali.

“Un’Europa libera e unita è premessa necessaria del potenziamento della civiltà moderna, di cui l’era totalitaria rappresenta un arresto”, si legge nel documento che imputa alla frammentazione del continente, i conflitti e le sofferenze patite dai suoi abitanti. “Insolubili sono diventati i molteplici problemi che avvelenano la vita internazionale del continente”, vi si legge, e “troverebbero nella Federazione Europea la più semplice soluzione”.”Quando, superando l’orizzonte del vecchio continente, si abbracci in una visione di insieme tutti i popoli che costituiscono l’umanità – prosegue il testo -, bisogna pur riconoscere che la federazione europea è l’unica garanzia concepibile che i rapporti con i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventi possibile l’unità politica dell’intero globo”.

I suoi ideatori, dice nel 2021 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione degli 80 anni del Manifesto, invitano tutti “a vigilare in difesa della democrazia contro le derive che mettono in pericolo la libertà”. Insegnamenti, secondo il capo dello Stato “senza scadenza, senza tempo”, anche se “bisogna pensare al contesto in cui nasce il Manifesto, per rendersi conto di che cosa intendono dire a noi ancora, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni”. Il contesto, spiega Mattarella, è quello del “fascismo, che aveva mandato a Ventotene diverse persone per costringerle a non pensare, o quanto meno impedire che seminassero pericolose idee di libertà”. “Ogni grande cambiamento è preceduto da vigilie – evidenzia il capo dello Stato -, da periodi di resistenza, da preparazione di tempi migliori. Ed è quello che avvenne, allora, a Ventotene”. E quelle lezioni, è convinto il presidente della Repubblica, “parlano anche a noi, con grande attualità, in questo periodo in cui siamo investiti da sfide globali impegnative, difficili, e da tante realtà di distruzione. Quella sollecitazione a difendere la libertà e la democrazia, che allora veniva fatta in quelle condizioni, in quel contesto così difficile che richiedeva coraggio e determinazione, vale ancora oggi pienamente”.  

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