Dopo gli interventi dei deputati, la replica della premier
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è in aula alla Camera per assistere alla discussione generale sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo in programma domani e dopodomani a Bruxelles. La premier ieri, dopo aver parlato al Senato, aveva consegnato il discorso a Montecitorio. Dopo gli interventi in Aula dei deputati (18 gli scritti a parlare in discussione, per un tempo complessivo di circa due ore) Meloni ha replicato e, successivamente, si passerà alle dichiarazioni di voto e al voto delle risoluzioni presentate dai gruppi parlamentari. Al fianco della premier c’è il ministro della Difesa Crosetto. Tra i banchi del governo assenti i ministri della Lega.
Fontana: “Aula abbia toni consoni in rispetto a chi ha combattuto per la libertà”
“Chiedo a tutti di mantenere nel corso della ripresa dei lavori toni consoni e adeguati all’Aula della Camera dei Deputati“, ha detto Fontana in Aula dopo la conferenza dei capigruppo convocata a seguito della bagarre. “Questo anche per onorare la memoria di chi ha messo in gioco la propria vita per assicurare i principi di libertà di espressione da parte di tutti”, ha aggiunto. “Chi ha combattuto per la nostra libertà merita il nostro plauso e merita anche il fatto che noi abbiamo rispetto per quest’Aula, quindi vi chiederò, proprio in nome di quella libertà e di quella democrazia, di fare in modo che quest’aula sia considerata in maniera sacra“, ha concluso.
Nuovo scontro in Aula Camera su fascismo, seduta sospesa
Ancora caos in Aula prima dell’inizio delle dichiarazioni di voto. Durante l’intervento di Matteo Richetti (Azione) che ricordava che il Manifesto di Ventotene veniva dopo il fascismo, alcune urla si sono levate dal capogruppo di FdI Galeazzo Bignami e hanno scatenato nuovamente la reazione delle opposizioni. Il presidente Lorenzo Fontana ha quindi sospeso nuovamente la seduta e convocato i capigruppo nella sala del Governo.
M5S: “Non c’è spazio in Aula per fascismo”. Meloni ride
“Quanto abbiamo sentito oggi in questa aula dalla presidente del Consiglio è un oltraggio alla storia d’Italia e alla memoria di quanti hanno combattuto, perso la vita, donando a questa democrazia l’antifascismo da cui nasce la nostra Costituzione e la nostra democrazia”, ha detto Alfonso Colucci del M5S dopo le parole di Meloni sul manifesto di Ventotene. “La premier nega i valori fondanti su cui si basa la nostra democrazia. Non c’è spazio in quest’aula per il fascismo“. La presidente del Consiglio, da poco rientrata in aula, ascoltando queste parole si è messa a ridere, scatenando la protesta delle opposizioni. “La presidente del Consiglio ora ride – ha detto Colucci – . Si vergogni!” “Fontana dovrebbe violentemente stigmatizzare le parole della presidente del Consiglio”.
Pd: “Meloni truffaldina su Ventotene, si inginocchi davanti a padri Europa”
“Quello avvenuto in quest’aula è un atto grave nei confronti del Parlamento e della storia di questo Paese. Il Manifesto di Ventotene è riconosciuto da tutti gli storici, non come in maniera truffaldina ha cercato di far passare la presidente l’inno alla dittatura del proletariato, ma come l’inno dell’Europa federale contro i nazionalisti che sono stati il cancro del 900. Le chiedo di ostracizzare chi dileggia la memoria di Altiero Spinelli considerato da tutti il padre dell’Europa. Lei deve dire parole di verità, lei è il presidente della Camera. Siamo qui grazie a quegli uomini e quelle donne, la presidente dovrebbe inginocchiarsi davanti a loro“. Così il deputato Pd, Federico Fornaro, dopo l’intervento di Giorgia Meloni in Aula sul Manifesto di Ventotene, rivolgendosi al presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Ancora caos in Aula, Fontana sospende la seduta
Non si placano i toni nell’Aula della Camera, al termine delle repliche di Giorgia Meloni. Nel momento in cui il ministro per gli Affari Ue Tommaso Foti doveva dare i pareri del Governo alle risoluzioni è andato avanti lo scontro tra maggioranza e opposizioni e il presidente Lorenzo Fontana è stato costretto a sospendere la seduta.
Meloni: “In manifesto Ventotene un’Europa che non è la mia”
“Sono sempre contenta e ho grande rispetto per la partecipazione e le iniziative. Nella manifestazione che è stata fatta sabato a piazza del Popolo” a Roma “e anche in questa Aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene. Ora io spero che tutte queste persone in realtà non lo abbiano mai letto perché l’alternativa sarebbe francamente spaventosa”, ha detto la presidente del Consiglio. “Però a beneficio di chi ci guarda da casa e di chi non dovesse averlo mai letto io sono contenta di citare testualmente alcuni passi salienti del Manifesto di Ventotene. Primo: ‘la rivoluzione europea per rispondere alle nostre esigenze dovrà essere socialista‘. E fino a qui, vabbè. ‘La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa non dogmaticamente, caso per caso’. ‘Nelle epoche rivoluzionarie in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente‘. ‘Nel momento in cui occorre la massima decisione e audacia i democratici si sentono smarriti, non avendo dietro uno spontaneo consenso popolare, ma solo un torbido tumultare di passioni’. ‘La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria’. E il Manifesto conclude che esso, il partito rivoluzionario, ‘attinge la visione e la sicurezza di quel che va fatto non da una preventiva consacrazione da parte della ancora inesistente volontà popolare, ma nella sua coscienza di rappresentare le esigenze profonde della società moderna. Dà in tal modo le prime direttive del nuovo ordine, la prima disciplina sociale alle nuove masse, attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo Stato e attorno ad esso la nuova democrazia”, ha concluso Meloni prima di aggiungere: “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia“.
Meloni legge a Schlein manifesto Ventotene, bagarre in aula
Elly Schlein prende appunti e si confronta con il responsabile Esteri dem Giuseppe Provenzano mentre Giorgia Meloni si rivolge direttamente a lei nel corso delle sue repliche alla Camera. La premier chiede alla segretaria dem se “visto che ce lo chiede l’Europa, dobbiamo mandare i soldati in Ucraina”. Poi, quando, ricordando la manifestazione di sabato a Piazza del Popolo, Meloni ha letto alcuni passaggi del ‘Manifesto di Ventotene’, si sono levate alcune grida di protesta. “Dovete studiare“, ha urlato dai banchi Pd Federico Fornaro e il clima si è surriscaldato. Tutto in piedi ad applaudire, invece, nel centrodestra. A far scattare la protesta delle opposizioni, poi, anche il fatto che anche dai banchi del Governo si sono levati alcuni applausi. “Non si può applaudire dai banchi del Governo“, hanno urlato dal Pd. La premier Giorgia Meloni è uscita dall’aula.
Meloni a Schlein: “Alleati non cambiano in base a chi vince elezioni”
“Quando Schlein dice ‘Trump non sarà mai un alleato’, che vuol dire? Che dobbiamo uscire dalla Nato? Io penso che i Paesi alleati non cambino a seconda di chi vince le elezioni, ma mi pare che voi la pensiate in modo diverso”, ha affermato ancora Meloni.
Meloni a M5S: “Su piano riarmo insulti e non proposte”
“Sul piano ReArm Europe avrei ascoltato volentieri le proposte del M5s, ho sentito soprattutto improperi e insulti. Mi spiace per voi che non avete evidentemente proposte da fare, e capisco perché quando eravate al governo l’Italia aveva problemi. I cittadini in questa fase sono preoccupati, lo sono anche io e francamente non ho tempo per la vostra lotta nel fango. Gli italiani valuteranno come comportarsi e valuteranno la discrasia che esiste tra le posizioni che tenete all’opposizione e le scelte che fate al governo”, ha detto Meloni rivolgendosi alle opposizioni. “Voi dall’opposizione diventate antimilitaristi – ha aggiunto rivolgendosi al Movimento – quando siete stati al governo le cose sono andate diversamente. Quando Conte è uscito dal governo le spese sono all’1,41% del Pil, è il più alto aumento di percentuale di spese per la difesa in rapporto al Pil”.
Meloni: “Da lunga conversazione Trump-Putin primissimo spiraglio”
“Garanzie di sicurezza per l’Ucraina? Ieri si è tenuta una lunga conversazione tra Trump e Putin. Da quello che apprendiamo finora tra i punti discussi c’è l’ipotesi di un cessate il fuoco parziale limitato alle infrastrutture strategiche ucraine che sono sistematicamente colpite dai bombardamenti russi. Io penso che si tratterebbe di un primissimo spiraglio che va nel senso di quanto concordato a monte tra Trump e Zelensky”. Così la premier Giorgia Meloni nell’Aula della Camera durante la replica dopo il dibattito sulle dichiarazioni in vista del Consiglio europeo.
Meloni: “Sosteniamo Trump”
“Noi sosteniamo gli sforzi del presidente Trump” sul dossier Ucraina, “è dal mio punto di vista un leader forte che sicuramente può porre le condizioni per garantire una pace giusta e duratura”, ha aggiunto la presidente del Consiglio. “Ho detto e ribadisco che non vedremo con questa amministrazione” americana “le scene di debolezza occidentale che abbiamo per esempio visto in Afghanistan. La questione si gioca sulle garanzie di sicurezza e noi stiamo facendo la nostra parte. Io ho tenuto una posizione che mi pare essere stata chiara”, ha aggiunto Meloni.
Molinari (Lega): “Meloni non ha il mandato per votare ReArm al Consiglio”
In vista del dibattito a Montecitorio, proprio un esponente leghista, il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, ha espresso la sua contrarietà al piano ReArm Eu. “Non sono così convinto che il piano venga approvato, per due ragioni. La prima è che il Parlamento olandese si è già chiamato fuori perché è stata votata una mozione che prevede il cosiddetto ‘opting out’ in caso in cui la Commissione Europa autorizzi nuovo debito e Rearm EU è proprio autorizzazione di nuovo debito, quindi abbiamo già un paese che si chiama fuori”.
“La Germania si è fatta la sua modifica costituzionale fregandosene delle regole europee e fregandosene del Rearm Eu, e l’Italia non approverà una risoluzione che da a Meloni il mandato di approvare il Rearm EU. La risoluzione parlerà della proposta di Giorgetti all’ECOFIN e parlerà della volontà dell’Italia con i propri tempi di aumentare la propria difesa in linea con gli impegni del paese con la Nato. È questo che oggi la maggioranza dirà in Parlamento e ci aspettiamo che Meloni porti avanti questa posizione al Consiglio Europeo”, ha detto Molinari nella trasmissione 24 Mattino su Radio 24.
Tajani: “Forza Italia per difesa e atlantismo, altri non d’accordo? Questione loro”
Per quanto riguarda invece Forza Italia, il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha ribadito la posizione del suo partito. “Noi abbiamo la nostra posizione, ed è sempre stata la stessa, poi la sintesi la fa la presidente del Consiglio. Abbiamo condiviso le sue scelte al Consiglio informale: noi siamo per la difesa europea, siamo europeisti, se questo non fosse un governo europeista non saremmo nel governo. Noi siamo europeisti e atlantisti. Non possiamo fare una scelta fra Europa e Stati Uniti”, ha detto, arrivando al convegno ‘Verso il congresso del Ppe’ alla Fondazione De Gasperi a Roma.
“L’Europa è la nostra forza e noi siamo convinti, proprio perché popolari, sostenitori della necessità di continuare nel processo di integrazione europea, e del mercato unico. Meloni ha parlato in maniera molto chiara ieri della necessità del mercato unico dell’energia. Bisogna andare avanti verso un’Europa che si occupi delle grandi cose, con il principio di sussidiarietà, e siamo assolutamente d’accordo. Poi se altri hanno posizioni individuali, a me interessa quello che dice la presidente del Consiglio. Siamo europeisti e atlantisti, per noi l’Europa rappresenta la nostra stella polare e noi siamo qui anche per lavorare in vista del prossimo congresso popolare europeo. Noi abbiamo votato a favore della Commissione europea al nuovo progetto per la sicurezza, se qualcuno non è d’accordo è questione sua. Noi andiamo avanti per la nostra strada e certamente non cambiamo posizione”.
Meloni alla Camera, risoluzione +Eu: “Sostegno a Kiev e ReArm per difesa europea a due velocità”
“Continuare a sostenere la resistenza ucraina contro l’ingiustificata aggressione russa nel quadro degli sforzi in questa direzione dell’Unione europea, anche attraverso la confisca definitiva degli asset russi congelati dalle sanzioni, e sostenere l’impegno europeo per una pace giusta, duratura e inviolabile conseguita con il consenso e il contributo negoziale imprescindibile del governo di Kyiv; sostenere il piano ReArm Eu sottolineando la necessità che le risorse ed in particolare i 150 miliardi di nuovi fondi europei vengano spesi nella prospettiva di un sistema comune europeo di difesa che possa svolgere un ruolo di protezione e deterrenza anche in grado, in prospettiva, di prescindere dal supporto degli Stati Uniti, e sulla cui architettura istituzionale e sistemi di finanziamento va aperta nel più breve tempo possibile il confronto, possibilmente a partire dal prossimo Consiglio europeo”. È quanto prevede la risoluzione di +Europa, firmata da Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, depositata alla Camera in vista delle comunicazioni della presidente Meloni sul Consiglio europeo.
In particolare, nella risoluzione Della Vedova-Magi, si sottolinea come “la telefonata tra Trump e Putin di ieri sul cessate il fuoco in Ucraina non ha purtroppo dato gli immediati risultati positivi che il Presidente USA si aspettava ed aveva annunciato”. Dunque, proseguono Magi e Della Vedova “l’Unione europea, che ha contribuito al sostegno dell’Ucraina complessivamente in misura superiore agli Usa, è chiamata a assumere un ruolo di guida nella definizione di un auspicato accordo per una pace giusta, duratura e non violabile e che ponga fine ad un conflitto che la vede per ragioni politiche, culturali, geografiche ed economiche inevitabilmente coinvolta”.
Inoltre, scrivono i parlamentari di +Europa, “le prospettive di una politica di sicurezza e difesa comune, di adeguata forza e con uno spettro sufficientemente ampio da agire da deterrente, possono prendere forme diverse attraverso architetture giuridiche che non necessariamente coinvolgano da subito tutti i 27 paesi dell’Unione (come per l’Euro o il Trattato di Schengen, anche considerando le parole del futuro cancelliere Mertz su una Comunità della difesa aperta a paesi non Ue); infine, “per migliorare la preparazione e le capacità di risposta alle sfide emergenti, occorre investire in tecnologie avanzate, come la sicurezza cibernetica e l’Intelligenza Artificiale, dove l’Europa nel suo complesso sconta gravi ritardi”, concludono.
Ascani (Pd): “Fallito ruolo Meloni pontiere, serve protagonismo Europa”
“Questo non è un tempo ordinario. È molto più di ‘un tempo non facile’, come lo ha definito lei, presidente Meloni. La Storia ci ha messo dinanzi a scelte che potremmo definire ‘ricostruttive’. Ma nel suo intervento non ho rintracciato l’eco di una consapevolezza di questo ‘salto d’epoca’. Ha riempito il suo discorso della consueta retorica autocelebrativa. Ci aspettavamo, al contrario, un poco di autocritica. Perché lei ha chiaramente fallito se il ruolo che aveva disegnato per se stessa era quello del pontiere. Le parti che voleva unire non fanno che allontanarsi e questo è il tempo delle scelte, della chiarezza. Anche lei pensa che l’Unione europea sia nata col solo scopo di ‘truffare gli Stati Uniti d’America’?”.
“Crede lei che i dazi del 200% sul nostro vino siano un fatto positivo per la nostra economia? Prenda posizione, ritrovi il coraggio che aveva quando sedeva tra i banchi dell’opposizione. Faccia qualcosa anziché attendere che la furia di questo tempo si plachi. Non accadrà senza il nostro protagonismo. E nostro vuol dire dell’Europa. Di quell’Unione certo imperfetta ma essenziale che abbiamo contribuito a fondare. Che oggi ha bisogno di una difesa comune – espressione che lei si rifiuta di pronunciare per non irritare il suo alleato di governo, ma senza la quale ci ritroveremo completamente esposti alle insidie del nuovo disordine mondiale”. Così Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata dem, intervenendo in Aula a Montecitorio nel corso delle Comunicazioni della Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata