Il ministro della Difesa sul caso del drone russo intercettato sul campus Jrc Ispra: "Dobbiamo tutelarci"
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto è intervenuto su X in riferimento al caso del drone russo intercettato sul campus Jrc Ispra sul Lago Maggiore, in provincia di Varese. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per spionaggio politico-militare aggravato dalla finalità di terrorismo per il caso del drone di fabbricazione russa che avrebbe sorvolato 5 volte a marzo la struttura di ricerca Joint Research Centre della Commissione europea.
“Vedo che, oggi, molti si stupiscono per una notizia uscita ieri e che riguarda un conclamato tentativo di spionaggio industriale. In questo caso, ai danni di eccellenze industriali italiane. La procura della Repubblica di Milano si è mossa con tempestività ed ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti. Il reato contestato è molto grave: ‘tentato spionaggio militare o industriale’ con l’aggravante della ‘finalità di terrorismo’. Vedremo gli sviluppi. Mi limito ad aggiungere questo. Sono anni che sollevo l’attenzione e lancio allarmi, a volte inascoltato, e in ogni occasione possibile, per mettere sotto i riflettori quanto accade. È in corso una guerra ibrida. Pericolosa quanto sotterranea, costante e asfissiante quanto quotidiana, che è fatta da un mix di attacchi cyber mirati, reclutamento di ‘attivisti’ (traduco: persone a libro paga di potenze o entità straniere e ostili), scientifiche e massicce campagne di disinformazione di massa, furti di tecnologie e brevetti militari e industriali, più molti altri atti ostili, perpetrati da più attori, statuali e non” scrive il ministro della Difesa.
Vedo che, oggi, molti si stupiscono per una notizia uscita ieri e che riguarda un conclamato tentativo di spionaggio industriale. In questo caso, ai danni di eccellenze industriali italiane. La procura della Repubblica di Milano si è mossa con tempestività ed ha aperto un…
— Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) March 31, 2025
“Ma, non a caso, quando parlo, fino allo sfinimento, della necessità di ‘difendere’ il nostro Paese, le comunità cui apparteniamo e le alleanze di cui facciamo parte, dico anche che non mi convince il termine ‘riarmo’ e lo slogan ‘Rearm Europe’. E lo dico proprio perché la nostra difesa e la nostra sicurezza, nazionale e collettiva, vanno garantite su più piani, compresi quelli della ‘guerra ibrida’ e non solo quelli tradizionali, i quali pure restano i più evidenti davanti gli occhi di tutti”.
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