Minuto di silenzio in Aula seguito da un lungo applauso. La premier Meloni: "Protagonista assoluto della nostra epoca"
È iniziata, nell’aula di Montecitorio, la commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite. Durante la cerimonia l’intervento del presidente della Camera Lorenzo Fontana, del presidente del Senato Ignazio La Russa, un rappresentante di ciascun gruppo politico e in conclusione la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La durata complessiva della commemorazione è stata di un’ora e un quarto circa.
Dopo gli interventi dei presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, in occasione della commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite nell’Aula di Montecitorio è stato osservato un minuto di silenzio. Al termine è scattato un lungo applauso da parte dell’emiciclo.
Meloni: “Continuerà a sorriderci e guidarci”
“Come Pontefice” Bergoglio “ha vissuto quella che lui stesso ha definito non già un’epoca di cambiamenti, ma un vero e proprio cambio d’epoca. E qui, guardate, l’uso frequente di alcune espressioni a volte rischia di farne perdere il senso: il cambio di un’epoca investe ogni livello della vita dell’uomo, quello religioso, quella sociale, quella politico. Significa misurarsi con sfide inimmaginabili, senza poter ricorrere a esperienze sperimentate, e quindi rassicuranti. Cambio di epoca, per chi ha ruoli di guida, vuol dire mettere in conto incertezze, inciampi, assunzioni di responsabilità più difficili del consueto. Papa Francesco si è caricato di queste responsabilità e ci ha indicato alcune cose essenziali a cui dobbiamo restare agganciati: il valore infinito della persona, il principio di realtà, il coraggio”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso della commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite. “Tentare di essere all’altezza di questo insegnamento è il nostro modo di dire grazie a questo straordinario uomo e Pontefice, che ora è tornato alla Casa del Padre, certo, ma continuerà a sorriderci e a guidarci. Addio, Papa Francesco”, ha concluso la premier.
Meloni: “Consegnato messaggio che politica serve e deve pensare a bene comune”
“Tra i tanti messaggi” che Papa Francesco “ci ha consegnato” al G7 “ce n’è uno che tocca tutti in quest’aula. Il Santo Padre ha detto che ‘la politica serve‘ e che ‘di fronte a tante forme di politica meschine, tese all’interesse immediato, la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi, pensando al bene comune a lungo termine‘”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso della commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite.
Meloni: “Io e Italia per sempre riconoscenti per sua presenza al G7”
Papa Francesco “da leader globale, ha richiamato l’attenzione del mondo sulle grandi sfide del nostro tempo, dalla difesa del Creato fino all’intelligenza artificiale. Aveva introdotto il concetto di ‘algoretica’, dare un’etica agli algoritmi, per invocare uno sviluppo delle nuove tecnologie che non superasse il limite invalicabile della centralità dell’uomo. E quando gli chiesi di partecipare al summit del G7 per portare questo messaggio, lui non esitò. Io, il Governo e l’Italia gli saremo per sempre riconoscenti anche per questo, per averci regalato quella presenza storica, la prima volta di un pontefice ai lavori del Gruppo dei Sette”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso della commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite.
Meloni: “Diceva diplomazia è esercizio umiltà, coltiveremo suo insegnamento”
“Papa Francesco ha saputo interpretare in modo nuovo molte cose, a partire dai rapporti internazionali. Diceva che la diplomazia è un esercizio di umiltà perché richiede di sacrificare un po’ di amor proprio per entrare in rapporto con l’altro, per comprenderne le ragioni e i punti di vista. Ed è un insegnamento che intendiamo coltivare. I suoi viaggi avevano questo filo conduttore, per questo sono entrati nella storia”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso della commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite.
Meloni: “Suoi appelli alla pace sono monito alla responsabilità”
“Papa Francesco non hai smesso di invocare la pace e la fine delle guerre che feriscono l’umanità, dalla ‘martoriata’ Ucraina al Medio Oriente, passando per il Sahel. Lo ha fatto anche quando sapeva che alcuni avrebbero potuto non capire, e che le sue parole avrebbero potuto essere travisate e strumentalizzate. Ma i suoi molteplici appelli alla pace rappresentano per noi, oggi, un ulteriore monito alla responsabilità“. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso della commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite.
Meloni: “Venuto da lontano ma arrivato al cuore delle persone”
“Papa Francesco sapeva che con la sua voce poteva restituire voce a chi non ce l’aveva, e lo ha fatto anche rompendo gli schemi perché diceva che non devi avere paura di andare controcorrente se è per fare una cosa buona. È così che il Papa venuto da lontano è riuscito ad arrivare fin dentro al cuore delle persone“. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso della commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite.
Meloni: “Mondo lo ricorderà come pontefice degli ultimi”
“Papa Francesco ha adempiuto alla sua missione fino all’ultimo giorno quando ha impartito la benedizione Urbi et Orbi e ha abbracciato i fedeli a San Pietro, e ha sintetizzato nelle semplici parole sussurrate al suo infermiere ‘Grazie per avermi riportato in piazza’, la cifra forse più significativa del suo intero pontificato. È stato ricordato da tutti: il mondo ricorderà Papa Francesco come il papà della gente, degli ultimi, degli invisibili, dei poveri, delle periferie fisiche ed esistenziali”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso della commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite.
Meloni: “Protagonista assoluto nostra epoca, grata per suoi insegnamenti”
“Siamo in quest’Aula oggi per rendere omaggio a un grande uomo e a un grande pontefice, che ha guidato la Chiesa con segni profetici in tempi complessi e certamente imprevedibili. Ricordare Papa Francesco non significa solamente omaggiare un protagonista assoluto della nostra epoca, ma parlare di un uomo che anche per me personalmente ha rappresentato molto di più”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso della commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite.
“Io ho avuto il privilegio di un rapporto personale sincero con il pontefice – ha ricordato la premier – che mi ha fatto comprendere il tratto forse più straordinario del suo modo di interpretare il pontificato. Papa Francesco era un uomo che sicuramente sapeva essere determinato, però quando parlavi con lui non esistevano barriere, non creava distanza con il suo interlocutore. Con lui eri a tuo agio e potevi parlare di tutto, potevi aprirti, potevi raccontarti senza filtri, senza timore di essere giudicato, così lui poteva vedere la tua anima, poteva vederla a nudo. Voleva ascoltarti, come se per lui significasse dire ‘io ci sono per te’. Lo faceva per tutti, lo faceva con tutti, e ti faceva sentire prezioso in quanto unico e irripetibile come ogni essere umano che nasce sulla terra”. “Sarò sempre grata a Papa Francesco per il tempo trascorso insieme, per i suoi insegnamenti, per i suoi consigli – ha quindi sottolineato Meloni -, tra i quali è stato ricordato il più assiduo era ‘non perda mai il senso dell’umorismo’. È stata anche l’ultima cosa che mi ha detto. C’era un senso profondo anche in questo, ovviamente. La sua allegria contagiosa fino all’ultimo era un insegnamento sull’amore per la vita, e su come si assolvono alcune missioni. Disse ai pellegrini: è triste vedere un prete, un religioso, un monarca inacidito. Credo che il senso fosse che non puoi guidare gli altri se non sai trasmettere gioia per quello che fai, e Papa Francesco sapeva trasmettere la gioia, la passione per la sua missione. Ne sapeva trasmettere anche la difficoltà, e questo dava alla sua allegria un valore molto più grande”.
Renzi: “Straordinaria cura per ultimi, punto riferimento ricerca umanità”
“Parlare con il Papa era un dono. Non è che avesse un caratterino di quelli semplici propriamente… Era un uomo anche bello tosto. Aveva una straordinaria cura in particolar modo per i bambini e per gli ultimi”. Così il leader di Iv, Matteo Renzi, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso della commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite. “Papa Francesco è il punto di riferimento della ricerca dell’umanità“, ha quindi concluso l’ex premier.
Renzi: “Buffo ciascuno cerchi accaparrarsi pezzettino sua eredità”
“Papa Francesco fino alla fine è stato in mezzo alla piazza, a benedire con un filo di voce. Il Papa per mestiere ci insegna come vivere, prova a indicarci come vivere, l’uomo Bergoglio ci ha insegnato come morire, fino in fondo in mezzo ai nostri obblighi e alla nostra gente”. Così il leader di Iv, Matteo Renzi, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso della commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite.
Per quanto riguarda poi “l’aspetto del pontificato – ha aggiunto – cari colleghi è molto buffo che ciascuno di noi, in qualche misura, cerchi di accaparrarsi un pezzettino dell’eredità. Chi lo ricorda per i carcerati, dimentica le sue parole sulla vita e sull’aborto; chi lo ricorda per la famiglia tradizionale, casualmente dimentica le posizioni sull’immigrazione, una schifezza diceva dei centri lager libici. La verità è che non era un politico, era il Papa”. “Papa Francesco ci ha insegnato il valore della laicità – ha quindi sottolineato l’ex premier -. Penso che si debba avere il coraggio di dire, di rendere testimonianza qui, in quest’Aula riunita solennemente in seduta comune, che c’è stata una grandissima lezione di laicità da parte di Papa Francesco. Io voglio renderne testimonianze perché in quel 2016 in cui avevo l’occasione, la grazia di poterlo incontrare più volte per motivi istituzionali, in più di una circostanza l’ho incontrato da solo poco prima che il parlamento votasse la legge sulle unioni civili, su cui larga parte del mondo cattolico aveva chiamato a raccolta una polemica straordinaria e molto forte. Mai Papa Francesco, anche in un solo incontro mi ha detto alcunché sul fatto che il nostro governo stesse per mettere la fiducia su quel provvedimento”. “È il segno che lui ha rispettato le nostre idee molto più di quanto facciamo noi nel rispettare le sue, perché è tipico dei farisei piangere e commuoversi per il Papa e poi non ricordare il grido di dolore che egli ci ha lasciato sui centri per i migranti, era una sua ossessione. È tipico dei farisei ergerlo ha icona del pensiero globale della sinistra e non ricordare le sue prescrizioni morali, perché faceva il Papa”.
Conte: “Coraggioso su Gaza in mezzo a tanta ignavia”
“Su Gaza e sulla condizione dei palestinesi” Papa Francesco “ha avuto parole coraggiose, non scontate, in mezzo a tanta ignavia. Fino allo scorso sabato ha continuato a telefonare al parroco dell’unica Chiesa della striscia di Gaza per informarsi sulle condizioni di salute dei bambini palestinesi dimenticati da tanti ma non da lui, che conosceva anche i loro nomi”. Così il leader M5S, Giuseppe Conte, intervenendo in aula a Montecitorio per la commemorazione di Papa Francesco.
Conte: “Teatro ipocrisia di chi ha ignorato suoi messaggi contro armi e guerre”
“Ora che non c’è più papa Francesco viene universalmente celebrato da tutti, nello scomposto teatro dell’ipocrisia, dei vaniloqui, le celebrazioni coinvolgono anche chi ha continuato a ignorare i suoi messaggi di dolore per le ingiustizie del mondo i suoi moniti contro le parole di odio e la logica della guerra. Il modo migliore per ricordare Papa Francesco è non lasciare cadere nel vuoto i suoi insegnamenti, la sua personale testimonianza, il modo migliore per onorarlo è essere scomodi con azioni ferme e scelte conseguenti”. Così il leader M5S, Giuseppe Conte, intervenendo in aula a Montecitorio durante la commemorazione di Papa Francesco.
Schlein: “Pd vicino a chi porta avanti suo impegno per società più giusta”
“Oggi, colleghi, ci troviamo nel cuore delle istituzioni della Repubblica democratica, laica e antifascista. Il modo migliore in questa sede per commemorare Papa Francesco è coglierne un esempio di coerenza tra ciò che diceva e ciò che faceva: lavorare per la pace a Gaza come in Ucraina, contrastare diseguaglianze e povertà, accogliere anziché respingere chi fugge da guerre e discriminazioni, cambiare un modello di sviluppo che ha aumentato povertà e sta portando al collasso il pianeta. La nostra vicinanza come Partito Democratico in questa dolorosa perdita va alla comunità cattolica e a tutte e tutti coloro che nel mondo vorranno portare avanti l’impegno di Papa Francesco per una società più giusta“. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein nel suo intervento alle commemorazioni di Papa Francesco a Camere riunite.
Schlein: “Da guerre a migranti, non merita ipocrisia di chi non lo ha ascoltato”
“In un mondo che sta ricadendo negli errori che hanno tinto di nero la storia dell’umanità e in cui c’è chi vuole tornare a regolare i rapporti tra i popoli con la violenza e con la guerra, la scomparsa di Papa Francesco ci priva di una voce significativa che ha saputo interrogare credenti e non credenti. Merita tutto il nostro cordoglio e il nostro ricordo ma quello che non merita è l’ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto ai suoi appelli quando era in vita e oggi cerca di seppellire nella retorica anche il suo potente messaggio, di chi deporta migranti, toglie aiuti ai poveri, nega l’emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein nel suo intervento alle commemorazioni di Papa Francesco a Camere riunite.
“Ha saputo attraversare – ha aggiunto – le frontiere della fede raggiungendo credenti e non credenti indicando un cammino di fratellanza e solidarietà. Ha scelto sin dal suo nome di essere il papà degli ultimi e questo l’hanno ricordato in tanti, ma non tutti col coraggio di chiamarli per nome e di guardarli negli occhi come faceva lui: poveri, vittime di guerra, migranti. Papa Francesco ha indicato con forza che la solidarietà è alla base della convivenza e della civiltà e lo ha fatto senza pregiudizio. ‘Se una persona è gay chi sono io per giudicare’: ha chiesto di accogliere gli altri accogliendo le diversità. Ma nell’accoglienza ha distinto lui stesso un’autentica vicinanza al popolo da quella che invece è una strumentalizzazione delle paure del popolo per fini politici. La sua voce si è levata forte contro la cultura dello scarto che colpisce anziani, malati, migranti, detenuti e l’ha fatto col suo corpo a Regina Coeli come a Lampedusa in difesa di chi salva le vite in mare si è impegnato contro le enormi diseguaglianze, contro chi dà la colpa ai poveri della loro povertà, contro lo sfruttamento del lavoro e per la sicurezza del lavoro, contro chi costruisce muri e, diceva, rimane prigioniero di quegli stessi muri”. “‘Provvedere alla propria difesa’, ha detto, ‘non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo’”, ha proseguito Schlein. “Si è prodigato – ha concluso – con iniziative concrete per la pace a Kiev come a Gaza e nei tanti conflitti dimenticati”.
La Russa: “Suo esempio esorta leader mondiali a lavorare per la pace”
“Camera e Senato si ritrovano oggi riunite in questa Aula per rendere omaggio a un Pontefice che abbiamo amato e ammirato per l’instancabile forza ed energia con cui si è battuto per la giustizia, la pace e la fraternità tra i popoli e le nazioni”. Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa in Aula alla Camera durante le commemorazioni di Papa Francesco a Camere riunite.
“In questi anni di pontificato, – ha aggiunto – la profondità del suo messaggio di fede e di speranza ha saputo toccare le corde più profonde dei nostri cuori. E persino in queste ultime settimane, nonostante la malattia lo avesse fortemente debilitato, Papa Francesco mai ha smesso di far sentire la sua voce affinché i conflitti, le divisioni e le guerre venissero superate. È stato un autentico testimone di fede vissuta, capace di incarnare fondamentali valori di misericordia e solidarietà. La sua attenzione verso gli ultimi, verso i più fragili, e verso gli emarginati, ha superato le diversità religiose e spirituali ed è diventata una continua esortazione ai leader del mondo a lavorare insieme per la pace, il bene comune e il rispetto della dignità di ogni persona”, conclude La Russa, “ringraziandolo per il messaggio di amore, di fede e di impegno che con il suo esempio, le sue parole e la sua vita ci ha lasciato per guidarci verso un futuro di pace e di speranza”.
Fontana: “Ha sempre camminato accanto agli ultimi, lascia vuoto profondo”
“Lunedì 21 aprile è venuto a mancare Sua Santità Papa Francesco. Di origine italiana, fu eletto al Soglio pontificio il 13 marzo 2013. È stato il primo Papa proveniente dal continente americano, il primo a chiamarsi Francesco. La scelta di quel nome fece subito comprendere l’attenzione che avrebbe avuto per gli ultimi, per le persone malate e per chi soffre. Ha voluto sempre camminare accanto a tutti, senza escludere nessuno. Il suo Magistero, fondato sulla solidarietà e sulla difesa della dignità umana, è stato un esempio di vicinanza ai fedeli e di impegno a favore anche delle persone anziane e dei più deboli. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo per i Cattolici e per l’intera comunità internazionale”. Così il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, durante la commemorazione di Papa Francesco a Montecitorio.
“Religiosi e laici, credenti e non credenti si stringono nel ricordo di un uomo che ha svolto la propria missione con spirito di sacrificio e di abnegazione cristiana. Fino all’ultimo istante non ha mai abbandonato chi confidava nel suo sostegno. Anche nelle sue condizioni di salute sempre più fragili, nel giorno di Pasqua ha avuto la forza di impartire la benedizione ‘Urbi et Orbi’ e di abbracciare simbolicamente per l’ultima volta i fedeli presenti in Piazza San Pietro. ‘La mia gente è povera e io sono uno di loro’, disse un giorno spiegando la decisione di abitare in un appartamento semplice, al di fuori del Palazzo Apostolico. È stato pastore tra la sua gente, pellegrino di pace e testimone di misericordia”, aggiunge Fontana, osservando che “il suo pontificato è giunto al termine proprio come era iniziato: con i fedeli, con la preghiera e con l’invito a nutrire sempre la speranza. Già nel giorno della sua elezione, invitò la folla a pregare per l’avvio di un cammino di amore e di fratellanza, che unisse il Papa al suo Popolo. La mattina successiva, rispose con calore all’affetto di chi lo acclamava in occasione della sua prima visita presso la basilica di Santa Maria Maggiore, luogo simbolo della sua profonda devozione per la Madonna di ‘Salute e Salvezza’. Nei 12 anni del suo pontificato, segnati a livello mondiale da un clima di tensione, conflitti e incertezza, il Santo Padre si è speso senza riserve per infondere fiducia e conforto nei cuori di tutti. Di fronte agli orrori e alle devastazioni delle guerre, non ha mai smesso di lanciare vibranti appelli in favore della pace. La sua instancabile vocazione al dialogo lo ha condotto dove nessun altro Pontefice era mai giunto. Francesco è stato, infatti, il primo Papa a partecipare a un vertice del G7, a incontrare un Patriarca di Mosca, a recarsi in Iraq”, continua il presidente della Camera, concludendo con un ricordo personale: “Non potrò mai dimenticare la sua voce quando mi telefonò in occasione della mia elezione a Presidente della Camera, né quando mi accolse in Vaticano. Papa Francesco ci mancherà”.
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