La difesa del Ministro dopo le indiscrezioni di stampa: "Non c'è traccia di un suo passaggio in Italia"

Alcuni organi di stampa hanno riportato la notizia che il ministro Nordio non avrebbe trasmesso la documentazione richiesta dalla Cpi per il mandato di arresto di Putin. Oggi la replica di Nordio: “Quanto riportato stamani da alcuni quotidiani italiani è totalmente destituito di fondamento perché il presidente russo Vladimir Putin, nei cui confronti vi è una richiesta della Corte penale internazionale, non è mai transitato in territorio italiano né mai si è avuta notizia che fosse in procinto di farvi ingresso. La presenza della persona o il suo imminente ingresso nel territorio dello Stato sono, infatti condizioni essenziali per i provvedimenti conseguenti”. Lo precisa in una nota il ministro della Giustizia. 

Si moltiplicano intanto le richieste di chiarimento. “E’ vero che il ministro della Giustizia Nordio non ha trasmesso alla Procura generale di Roma la documentazione richiesta dalla Corte Penale Internazionale per il mandato di arresto del presidente Putin e perché non lo ha fatto? E’ vero cha la decisione è stata condivisa anche dalla presidente del Consiglio Meloni e dal ministro degli Esteri Tajani e perché visti gli obblighi internazionali dell’Italia derivanti dallo Statuto di Roma della Cpi? Il governo non ritiene che tale decisione comprometta la credibilità dell’Italia nel sistema di giustizia penale internazionale e non intende garantire il pieno rispetto degli obblighi di cooperazione giudiziaria internazionale?”. Sono le domande contenute nell’interpellanza urgente rivolta alla presidente del Consiglio, al ministro della Giustizia e al ministro degli Affari Esteri, che vede come prime firmatarie la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, e la deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, e sottoscritta anche da tutti i componenti dell’Ufficio di presidenza del Gruppo e dai componenti della commissione Giustizia. 

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