La politica, prevalentemente di destra, lo ricorda: stasera la commemorazione dove ogni anno si tiene il rito del 'presente'

Sono 50 anni dalla morte di Sergio Ramelli a Milano. La politica lo ricorda, nel giorno in cui ogni anno avviene a Milano la commemorazione con il contestato rito del ‘presente’ e il saluto romano.

La Russa: “Ramelli fu barbaramente ucciso 50 anni fa”

“Sono trascorsi 50 anni da quando Sergio Ramelli, uno studente di 19 anni, fu barbaramente ucciso a Milano a colpi di chiavi inglesi da militanti comunisti di Avanguardia Operaia. Una giovane vita spezzata in un’epoca segnata da laceranti contrapposizioni ideologiche”. Così su X il presidente del Senato, Ignazio La Russa. “A prescindere dal colore politico, rigettiamo con fermezza ogni forma di odio e violenza e ci impegniamo per favorire una vera pacificazione nazionale. Sergio Ramelli vive… Sergio Ramelli vive nella memoria di chi crede nella libertà, nel rispetto e nella democrazia”, conclude.

Castelli: “Ramelli vittima di violenta aggressione perché aveva idee diverse”

“50 anni fa moriva Sergio Ramelli, a 18 anni, vittima di una violenta aggressione sotto casa, colpevole solo di avere idee diverse. Oggi, ricordare Sergio significa testimoniare un impegno civile contro ogni forma di odio politico, difendere il diritto di ogni cittadino di esprimersi senza paura. A lui si sono ispirati tanti giovani che, negli anni, hanno scelto la via della militanza, della coerenza e della libertà”. Queste le parole in ricordo di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù aggredito il 13 marzo 1975 e morto il 29 aprile, che il commissario sisma 2016 e senatore delle Marche, Guido Castelli (Fdi), ha espresso sui suoi canali social.

“Anche io, nel mio percorso, ho sentito forte il peso di quella storia. Per questo, come ultimo atto da sindaco di Ascoli Piceno, ho voluto intitolare a lui un piazzale della città: ricordarlo è un nostro dovere, la sua vicenda è un pezzo di storia d’Italia con cui tutti quanti dobbiamo fare i conti. Sergio ci ricorda che nessuna idea vale la violenza, che serve tolleranza e rispetto e che la politica deve sapere ascoltare, non colpire. Che la sua vicenda sia conosciuta, raccontata, insegnata. Perché mai più nessuno debba morire per un’idea.Sergio Vive”. 

Anche Giuli ricorda Ramelli

“Ricordiamo il cinquantesimo anniversario del brutale omicidio di Sergio Ramelli. Dopo mezzo secolo è ancora forte il dolore per quell’ingiustizia, provocata da una cieca e inaudita violenza che si accanì su un giovane che aveva la sola colpa di aver testimoniato, con coraggio, le proprie idee. A Sergio va il nostro pensiero, il nostro ricordo e il nostro impegno affinché tragedie come la sua non vengano dimenticate”. Così in una nota Alessandro Giuli, Ministro della Cultura, ricordando lo studente di 18 anni, militante del Fronte della Gioventù, morto dopo un’aggressione nel 1975, durante gli anni di piombo.

“Per troppo tempo reticenze e omertosi silenzi hanno tentato di rimuovere dalla memoria nazionale la storia terribile di Sergio. Il suo sacrificio resta una ferita aperta nella coscienza civile del nostro Paese e un monito contro ogni forma di intolleranza e di violenza politica”. 

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