"La tesi di una correlazione tra il vaccino trivalente e l'autismo non ha alcun fondamento ed è stato dimostrato ormai dal 2010. Mi meraviglio se ne continui a discutere".

 "La tesi di una correlazione tra il vaccino trivalente e l'autismo non ha alcun fondamento ed è stato dimostrato ormai dal 2010. Mi meraviglio se ne continui a discutere". Gavino Maciocco, docente di politica sanitaria all'università di Firenze, commenta così la decisione della procura di Trani di archiviare l'indagine nata dal caso di una coppia barese, che si era rivolta ai magistrati per denunciare l'insorgenza di autismo nei due figli, entrambi vaccinati contro morbillo, parotite e rosolia. Decisione che nega quindi che il vaccino trivalente e l'autismo siano correlati.

"E' già la seconda volta che i magistrati archiviano la vicenda, un analogo caso era già finito così in appello a Bologna, dopoáun giudizio del Tribunale di Rimini del 2012 che dava ragione a chi sosteneva questa correlazione, condannando il ministero della salute al risarcimento per il danno di disturbo autistico subito da un minore a causa di una vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia", dice Maciocco.

Perché questa vicenda continua a far discutere da tanti anni?
 

"Nel 1998 uno scienziato inglese, Andrew Wakefield,  pubblicò con altri autori sulla prestigiosa rivista Lancet un articolo che sosteneva questa correlazione. Lancet è considerata una pubblicazione autorevole e la cosa ebbe grande eco. Ma già allora la tesi appariva senza fondamento, essendo basata solo su 12 casi studiati. Di questi 12 bambini poi pochissimi avevano avuto davvero una forma di autismo. Poco tempo dopo si scoprì che si trattava di una truffa in cui erano stati alterati i dati e cheálo scienziato inglese era legato a un gruppo di avvocati che cavalcava questo tipo di cause".

Vaccinazione e autismo quindi non erano correlati ma appariva un collegamento, perché?

"Perché la malattia insorge più o meno al tempo della vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia (comunemente MMR – Measles, Mumps and Rubella, eseguita  generalmente a partire dall'anno di età fino a 5-6 anni, ndr). La pubblicazione dell'articolo dello scienziato inglese ebbe un impatto sulla opinione pubblica e ci fu una netta riduzione delle vaccinazioni e un aumento immediato dei casi di morbillo. Lo scienziato poi fu espulso dall'ordine dei medici inglese e Lancet nel 2010 ritrattò l'articolo e ammise di essere caduto in errore nel pubblicarlo senza fare le dovute verifiche".
 

Come rispose la scienza a questa tesi che correlava vaccini e autismo?

"Di studi con i costi economici conseguenti, dopo la pubblicazione dell'articolo di Lancet che parlava della correlazione fra autismo e vaccinazione pediatrico trivalente, ne sono stati fatti tanti. E ci fu un intervento dell'Oms. Fu evidente che questa era una truffa. Oltre che una falsità scientifica. I dati più chiari derivano da ricerche basate su bambini vaccinati e non vaccinati che studiavano l'incidenza dell'autismo in un gruppo e nell'altro. Una incidenza risultata uguale fra bambini vaccinati e non vaccinati".

Quali sono le indicazioni generali che un medico deve seguire per sottoporre un paziente a una vaccinazione? Bisognerebbe introdurre ulteriori cautele rispetto a quanto fatto finora?

"Non esiste nessun esame preliminare da fare: è la valutazione del medico che fa la vaccinazioneá a decidere se il bambino è in buono stato di salute o meno. Non c'è un protocollo che preveda uno screening dei bambini che devono vaccinarsi. Particolare attenzione deve essere prestata nel caso di immunodeficienza o malattia virale, ad esempio. Sono indicazioni generali seguite in tutto il mondo: ci sono protocolli per le cointroindicazioni delle vaccinazioni, ognuna ha sue caratteristiche e cointroindicazioni. E il medico deve avvertire il paziente delle reazioni che per alcuni vaccini sono maggiori. Inoltre, di solito, i candidati alle vaccinazioni sono persone sane. Non servono nuove regole o protocolli: bastano quelli esistenti".

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